Chi è un Borderline
Si sente spesso parlare di soggetti “borderline”, condotte border, atteggiamenti border, funzionamenti border, amori border, ma che vuol dire “borderline”?.
Diciamo che “borderline” significa linea di confine, è un termine che sta ad indicare un limite ed è molto usato – anzi spesso abusato – in ambito psichiatrico.
In psicologia il termine borderline può indicare sia un disturbo di personalità specifico (Border Personality Disorder) che un aggettivo per valutare il livello di gravità di un disturbo di personalità in generale “borderlineness” ossia un funzionamento psicologico “al limite” che può riguardare qualsiasi disturbo di personalità (esempio personalità paranoide con un funzionamento borderline) e che in genere è legato all’utilizzo da parte della persona, di difese (meccanismi di difesa) molto primitivi come la scissione, la negazione, l’identificazione proiettiva.
In questo articolo ci occuperemo di descrivere il funzionamento psicologico di una persona affetta da BPD all’interno di una relazione di coppia e di come sia difficile per chi ci si trova distaccarsene.
Le persone affette da BPD (con maggiore frequenza donne ) sono caratterizzate da una marcata instabilità emotiva, tendenze autodistruttive, frequenti alterazioni dell’umore e del comportamento (reazioni o visioni estreme bianco/nero), spesso conseguenti a repentini cambiamenti nella visione del mondo e degli altri, soprattutto delle persone che li amano (partner) e/o che si prendono cura di loro (genitori, terapeuti, etc…).
Le idee di queste persone rispetto alla vita, al mondo e alle persone sono generalmente estreme e dicotomiche o bianco o nero; nel mondo interiore del border non ci sono sfumature.
I border vivono al limite, sono acrobati in precario equilibrio su un filo di rasoio, sempre sull’orlo di una crisi e chi li ama sa bene che stare con loro è come camminare sui gusci delle uova, non sai mai quando quello che tu dirai o farai, genererà in loro una crisi di rabbia o li farà temere o minacciare un abbandono.
Un border sono abili nel giocare con i propri limiti e quelli altrui e quasi sempre sono persone distruttive sia in modo diretto che indiretto (svalutazioni, offese, scatti di ira, pretese, imposizioni, omissioni, musi, vendette..etc) e autodistruttive (automutilazioni, assunzione di droga, condotte pericolose, promiscuità sessuale, tendenza a ritrovarsi in situazioni pericolose e rischiose); loro cercano di distaccarsi emotivamente dal vuoto interiore che sentono attraverso le condotte autodistruttive perchè il rischio li fa sentire vivi e spesso li mette nella condizione di essere salvati e quindi di avere da parte dlele persone intorno a se, le conferme di attaccamento che inconsciamente desiderano.
I border non hanno un’immagine stabile di se stessi.
E’ come fossero sempre in pezzi.
I pezzi del loro Se inoltre, sono in costante conflitto; da un lato c’è il bambino interiore, arrabbiato, confuso, richiedente e solo che è stato spesso vittima di gravi abusi e maltrattamenti, dall’altro un genitore punitivo, che biasima, critica e svaluta il bambino interiore e poi c’è anche un adulto cinico, che congela le emozioni che il bambino si permette di vivere e che si distacca dalle emozioni mostrandosi come un anaffettivo, con l’idea di proteggere il bambino vulnerabile e solo che ha dentro.
Il border proietta queste parti scisse e inaccettabili del Se sugli altri, sul partner o su qualsiasi “oggetto” persona che si presti ad accoglierle per stile di personalità o perchè la situazione lo permette e poi le combattono come nemici invisibili, attribuendo agli altri o alle situazioni la colpa delle loro reazioni. (“sono arrabbiata con te perchè tu sei stato manchevole con me/aggressivo” etc.. in realtà è proprio il border a proiettare e a contagiare l’altro con i sentimenti che prova per poi combatterli, perchè solo proiettandoli all’esterno riesce a gestirli – identificazione proiettiva: l’altro diviene colui che agisce i sentimenti dell’altro, senza rendersene conto).
I border sono manipolatori, spesso bugiardi, perchè hanno imparato che per ottenere quello che vogliono devono barare o fingersi quello che non sono, perchè non è stata data loro l’opportunità di scoprirlo e di base loro sentono di essere indegni di amore.
I border ritengono – e spesso a ragione – di aver subito una deprivazione di cure adeguate nell’infanzia e di conseguenza sono arrabbiati, si sentono vuoti e in diritto di chiedere, ricevere e pretendere accudimento. Come risultato, sono sempre alla ricerca di attenzione e la loro ricerca di attenzione travalica ogni regola di correttezza sia su un piano morale che etico.
I border sono spesso infedeli, promiscui, ribelli, traditori e sfuggenti.
Non possono sfuggire ai loro desideri.
In generale, qualunque personalità che funzioni ad un livello border è associata ad un bambino abusato, deprivato, svalutato, abbandonato e collerico, che da adulto, si porta dietro quel vuoto incolmabile. Una voragine senza fondo, che nessuna prova, che nessun nettare, che nessun amore potrà mai colmare.
Moltissime delle comuni nevrosi e dei disturbi di personalità, che si manifestano in ambito relazionale o sociale sono collegati a schemi di relazione disfunzionali acquisiti nella prima infanzia.
Il border ha registrato nella sua memoria che nessuno lo ama, che non ci si può fidare di chi si ama, perchè spesso è proprio quella persona che dovrebbe accudirci ed amarci a farci del male; i border sono spesso figli di genitori a loro volta affettivamente disturbati o abusati, che si sono presi cura di loro in modo inconstante, imprevedibile, inadeguato o lo hanno fatto per poi rinfacciarglielo, attraverso modalità di relazione “paradossali” in cui alternavano momenti di amore a momenti di intensa rabbia (esempio una mamma tenera e carina prepara la pappa a suo figlio e un minuto dopo se si sporca ha una crisi di rabbia e gli urla contro che è un bambino cattivo che fa arrabbiare mamma e che quindi non merita quel pasto, lasciandolo senza cena).
Nei casi più gravi i border sono stati abbandonati o maltrattati sia psicologicamente che fisicamente, hanno assistito a violente liti tra genitori o sono stati sessualmente abusati da loro. Per questo i border sviluppano uno stile di attaccamento ambivalente o disorganizzato (ti amo e ti odio, ho bisogno di te, ma sapendo che tu non sei disponibile, non sei buono, non meriti fiducia, non sei stabile o una base affettiva sicura io sono frustrato nel dover chiedere, nel sentire ancora e ancora quell’esigenza a rivolgermi a te in quanto madre/padre e quindi se tu mi dai io devo rifiutare il tuo amore per affermare me stesso e quindi devo distruggerti, devo odiarti per salvare me).
Per un border amare significa farsi male, perchè ha imparato che le emozioni possono essere piume ma anche coltelli e che spesso chi ci ama li usa entrambi nello stesso momento.
I border trasportano questi schemi di relazione deprivanti, abusanti, evitanti e ambivalenti nelle relazioni di coppia in età adulta.
Perché siamo attratti da un soggetto Borderline
Chi non subirebbe il fascino di una bellissima donna fragile in difficoltà che sa farti sentire speciale ed unico, che pende dalle tue labbra, che sa guardarti dentro come nessuno mai, che sa usare il suo corpo e la sua sessualità come armi? Chi non si innamorerebbe di chi sa sognare, di chi vive la vita attimo per attimo, di chi sa toglierti il fiato con un sorriso e chi non perderebbe la testa per un bellissimo tenebroso e misterioso ragazzo controverso, per un artista, un musicista, un poeta, chi non sentirebbe di voler salvare un’anima spezzata, di riabilitarla, di aiutarla a volare? dopotutto chiedono solo amore! e con l’amore ogni ferita può guarire.
L’amore è la medicina per ogni malattia.
Certo.. a meno che per qualcuno non sia proprio l’amore la medicina che lo cura e nel contempo la malattia mortale da curare.
I border hanno questa visione dell’amore: lo necessitano, lo chiedono, ma se lo ricevono si sentono in colpa e devono distruggere il legame e la persona che asserisce di amarli, perchè non è possibile che loro siano degni di amore e che al mondo possa esistere qualcuno capace di amare gli altri.
I border sanno trascinare l’altro in un vortice di emozioni intense e spesso i loro amori iniziano in modo travolgente, passionale e romantico.
Quando i soggetti con personalità borderline si sentono amati o vedono la possibilità di sentirsi amati si mostrano fragili, distaccati, diffidenti e appaiono persone bisognose di cure, attenzioni, ma quando si legano ad una persona che si mostra in grado di accoglierli emotivamente ed affettivamente (che sia un partner, un amico, un medico..) iniziano a temere l’abbandono, sia reale che immaginario e a comportarsi come se l’altro lo stesse abbandonando, ecco quindi che il loro umore cambia sensibilmente ed esplode la rabbia intensa e feroce. Insieme alla rabbia cambia in modo drastico e repentino anche la visione che il border ha di se stesso e degli altri ed ecco che il/la suo/a amante salvatore/salvatrice diviene immediatamente un bastardo e cinico traditore che vuole lasciarla/o.
Un border non conosce vie di mezzo, se si sente solo o teme l’abbandono, perde completamente la razionalità e diventa gravemente impulsivo, perde lucidità fino a credere che qualcosa che teme sia realmente accaduto (paranoie, deliri..).
TU MI AMI E IO DEVO DISTRUGGERTI/DISTRUGGERMI
I border riservano a coloro che li amano gli attacchi più crudeli, perchè paradossalmente più sono felici e si sentono amati, più hanno paura.
Odiano in primis se stessi, per cui non possono accettare che qualcuno li ami e per questo se vivono una relazione stabile (raramente ci riescono) questa è perennemente messa a repentaglio dai loro continui attacchi al legame e dall’ossessività con cui si concentrano sul partner e sulle sue mancanze nei loro confronti.
Chi li ama, deve superare costantemente delle prove e deve amarli così come sono, nel loro lato peggiore, deve dare continua prova di fiducia e per questo la relazione di coppia è costantemente minacciata dai loro attacchi distruttivi; il border vede l’amore come qualcosa di cui non ci si può fidare, ma nel contempo, se l’altro lo vuole lasciare, sfinito dalla sua distruttività, si accanisce ferocemente per non essere abbandonato.
Per poter tenere il legame sotto costante accusa, i border si concentrano sui lati negativi del partner accusandolo costantemente di mancanze affettive oppure interpretano eventi e comportamenti in modo distorto, attribuendo agli altri intenzioni malevole e nel frattempo si mantegono sulla difensiva attaccando prima di essere attaccati, ferendo l’altro prima che l’altro ferisca te.
I border non si fidano di nessuno, in primis di chi li ama e li accudisce.
Sono sensibili, ad un livello estremo, sognano un amore idilliaco e simbiotico, ma se lo vivessero si sentirebbero soffocare e quindi sono in perenne conflitto tra essere fagocitati o scappare.
Hanno un grande vuoto, una ferita inguaribile, ma quando si sentono amati si rendono conto paradossalmente di quanto questa voragine sia enorme, ricevere amore diviene per loro necessario, ma nello stesso tempo doloroso e per questo sono sempre in collera e pronti a ferire l’altro.
L’amore che ricevono non è mai sufficiente, non si è mai fatto abbastanza per loro.
C’è sempre bisogno di avere qualcuno o qualcosa in più; la loro fame è inesauribile, di persone, di emozioni, di vita, di cibo, di esperienze.
La relazione con un border è una relazione intensa, emozionante, ma spesso distruttiva e pericolosa, che lascia l’altro partner svuotato, impotente di fronte ai continui attacchi del partner.
I border minacciano costantemente il legame per distruggerlo, ma anche per metterlo “alla prova” e quando questo accade, la loro rabbia distruttiva si riversa sull’oggetto d’amore perduto, che nell’esatto momento in cui si libera, diviene la conferma delle sue paure. “Ho cercato l’abbandono e tu me l’hai dato, per questo io ti odio, non hai superato la prova d’amore più grande, non sei la “madre totalmente buona e infaticabile” di cui io avevo bisogno, non sei la persona che mi ha aiutato a riscattarmi delle ferite della vita, sebbene lo avevi promesso, sei un traditore, non sei restato nonostante tutto, ma io ho bisogno di te e devo riaverti, a costo di distruggere la mia vita e la tua“.
USCIRE DALLA RELAZIONE CON UN BORDER GRAVE.
I border sono autodistruttivi e dopo la fine di una relazione emergono in loro anche tratti ossessivi e persecutori.
Non si arrendono e continuano ad accusare l’ex partner, alternano momenti di odio e disprezzo ad altri di disperata ricerca di riconciliazione. Spesso minacciano la loro incolumità (suicidio) oppure quella del partner.
Per questose ci si trova in una relazione così distruttiva è consigliabile rivolgersi a un terapeuta per cercare di uscirne in modo indolore sia per il partner “sano” che per il border.
L’ideale sarebbe che lentamente il border si distacchi in modo che non si senta abbandonato drasticamente e/o che possa attribuire la fine della relazione a cause esterne o che sia lui/lei stessa in primis a volerla interrompere.
In ogni caso se siete in relazione con un border grave o siete un border e volete cercare di uscire da questa spirale emotiva distruttiva, migliorare la vostra capacità di relazionarvi, rivolgetevi con estrema urgenza a uno psicoterapeuta di zona.
Dottoressa Silvia Michelini
psicologiadicoppia.net
www.silviamichelini.com
Buon giorno mi scusi x il mio italiano sono tunisina sto da 2 anni con un uomo cosi lo amo tantissimo.ho subito labandono su isole di notte ho subito tanti gravi cose.malgrado tutto lo amo.e vorrei essere aiutata x contunuare non x lasciarlo.lo amo tanto .avrei bisogno di consigli .grazie ah lui no ha priblemi ad essere aiutato.e un uomo x bene ma quando sbaglia pago io nel piu grave cose e si sbaglio io nel piu banale cose idem .grazie
Gentile Sandra io non so come aiutarla perchè non capisco nulla di cosa ha scritto. Che lingua parla? Comprendo INGLESE E FRANCESE.
Scriva come può.
Sindrome dissociativa d’identità e border sono simili per quel che riguarda i comportamenti nelle relazioni ?
La dissociazione è un meccanismo di difesa presente nelle personalità border, la sindrome dissociativa di personalità è altra cosa.
Gent.ma Dottoressa, intanto grazie x il suo sito è di molto aiuto, Le chiedo, mi sono separato da poco dalla madre di mio figlio, lei è border medio-grave, come posso gestire al meglio il nostro rapporto al meglio x la gestione del figlio che lei lo userà come arma di ricatto? Su quale piano mentale la posso fare ragionare? Devo farle credere che sono nteressato al contrario di quello che è?
Mi perdoni lei è separato ma mi scrive da un account di una donna? non comprendo. La diagnosi della sua ex moglie chi l’ha fatta? grazie
Gentile dott.ssa il disturbo borderline e quello narcisistico possono essere associati?? Grazie
No, semplicemente il disturbo borderline ha aspetti del narcisismo e il narcisismo può avere un funzionamento di tipo “borderline”.
Cioè in psicologia per borderline si intende sia il livello funzionamento di una personalità (sano – nevrotico – borderline – psicotico), sia un preciso disturbo di personalità, che tuttavia è raro trovare “puro” nel suo essere, ma è spesso associato ad altri problemi, sintomi o condotte.
In questo senso possiamo avere un narcisista che funziona ad un livello sano/nevrotico/border/psicotico.
Io detesto le diagnosi, soprattutto quelle univoche e del DSM perchè da che ho esperienza in questo ambito, non ho mai riscontrato un paziente puro. Le personalità si sovrappongono nei tratti, sebbene ve ne siano di dominanti, idem le sintomatologie esistono esempio gli attacchi di panico, ma quelli di Maria non sono mai uguali a quelli di Paolo.
Ogni persona è a se, usciamo dalla logica della DIAGNOSI.
E’ una trappola, una giustificazione.
E’ necessario darsela perchè è necessario dare voce e parola a qualcosa che viviamo, ma non restiamoci incastrati.
Salve Dottoressa, io mi frequentavo con un ragazzo che penso fosse Borderline. La nostra frequentazione è sempre stata “virtuale”. Nonostante vivessimo nella stessa città, abbiamo sempre avuto una specie di relazione a distanza. Lui spesso quando dovevamo incontrarci, all’ultimo secondo mi diceva di no e quindi in un anno ci saremo visti una trentina di volte massimo. Io ho scoperto solo dopo un anno di essere innamorata di lui e anche se abbiamo sempre avuto un rapporto difficile, voglio continuare a frequentarlo e anzi vorrei iniziarlo a fare sul serio e quindi cercando di vederlo di più e di sentirlo meno al telefono. Lui sa di essere bipolare, mi ha raccontato che da piccolo volevano diagnosticarli la bipolarità e gli hanno sottoposto un test e lui mi ha raccontato che ha risposto alle domande in un modo diverso da come avrebbe risposto, in modo che non li venisse diagnosticato questo disturbo. Lui quindi sa di esserlo ma non ne vuole mai parlare e tanto meno vuole che si sappia questa cosa. Io vorrei aiutarlo ma non so davvero come fare. So che i borderline hanno bisogno di prendere dei farmaci per regolarizzare il loro stato d’animo ma non saprei davvero come parlarne con lui e ho paura di ciò. Dall’esterno si vede che questo ragazzo ha svariati e ripetuti sbalzi d’umore ma nessuno pensa al fatto che lo si debba aiutare. Perciò mi dice Lei, secondo Lei una persona borderline può evitare di prendere farmaci o li deve per forza prendere? Scusi la mia stupidità ma non sono molto informata a riguardo. Sto cercando di informarmi il più possibile per aiutarlo ma mi viene difficile perché lui non ne vuole proprio sapere. Grazie se riuscirà a rispondere!
Salve dottoressa, la seguo spesso nei suoi video e volevo un consiglio su una situazione abbastanza grave. Ho cresciuto una figlia da sola tra mille difficoltà con un marito/padre narcisista/border del tipo maligno, un genitore da sempre assente emotivamente ma anche di fatto, un guerrafondaio negativo su ogni fronte, che non solo mi ha devastata in tutti i sensi ma soprattutto ha disregolato completamente la figlia dalla realtà. Sono arrivata finalmente ad un divorzio giunto dopo più di 10 anni di tribolazioni giudiziarie, ma la sua guerra attualmente non è ancora finita. Già verso i 12 anni questa ragazzina aveva mostrato segni di squilibrio, fino a giungere all’età di 15 anni a rivoltarsi completamente contro di me e a scappare di casa per coalizzarsi col padre, su cui tra l’altro aveva da sempre manifestato astio, malesseri ed estremo disagio nello stare con lui. Mia figlia prima di andarsene all’improvviso e senza un giustificato motivo, aveva simulato malesseri, attuato furti in casa, praticava rapporti promiscui, abuso di alcool e sostanze e infine, manipolata dal padre ha pure dichiarato il falso in Tribunale affermando che ero stata io l’artefice dei suoi problemi e malesseri psicologici, permettendo in tal modo al padre di farmi denunciare alle Autorità, pur essendo stato lui il genitore abusante, manipolante e psicologicamente instabile, diffamando e calunniando in tal modo la mia persona anche sul posto di lavoro, che ora è alquanto a rischio. Dovrò oltretutto subire un processo ingiusto e pagare ancora altri soldi per un’altro procedimento penale, questo per averla sempre amata e protetta dagli abusi paterni e non mi merito assolutamente ancora tutto questo schifo. Nel frattempo grazie alla mia forza e al mio coraggio, sono riuscita a farle fare una valutazione clinica durante una simulazione di un suo presunto malessere, attualmente è l’unico documento che attesta la sua patologia di tipo borderline. Spero che qualcuno possa valutare accuratamente questa situazione raccapricciante e irraccontabile, perché mi sento una sopravvissuta ad abusi e maltrattamenti continui perpetrati per anni da parte di un truffatore perverso narcisista maligno, che ha rovinato non solo la mia vita ma soprattutto quella di una ragazzina che avevo cresciuto come un fiore da proteggere dal gelo di quell’inferno! Ora sono accusata di essere un genitore maltrattante, quando invece è stato l’altro genitore a distruggere il cervello di mia figlia, ma tutto questo dovrò provarlo e contro un perfetto manipolatore che ha agito subdolamente in tutte le sedi giudiziarie (è stato assolto ripetutamente dalle mie molteplici denunce!), purtroppo sarà un’altra battaglia alquanto difficoltosa, dispendiosa e dolorosa. In tutto questo spero che qualcuno possa far luce sul disturbo psichiatrico di mia figlia e che possano prendere le giuste decisioni e distaccarla da quel genitore malato, che qualcuno possa prenderla in carico per curarla al meglio, visto che il padre si è rifiutato ripetutamente di farla curare e tutt’ora afferma che “non è necessario”, perché con lui la figlia “sta bene”! Quando sarà finito tutto questo orrore ho intenzione di citare in giudizio tutti gli Organi giudiziari che se ne sono strafregati delle mie continue richieste di aiuto e dovranno risarcire tutti i danni morali ed economici che ho dovuto affrontare in quasi 15 anni di sofferenze patite, soprattutto a danno di quella figlia, vittima innocente di un contesto familiare difficile e travagliato. E anche a costo di rivolgermi a stampa e tv renderò pubblica la mia storia per poter aiutare altre vittime di questi casi psichiatrici gravi e per sensibilizzare gli Organi preposti completamente disinformati, così come l’opinione pubblica. Grazie per avermi letta fin qui Dottoressa, lei è molto preparata e ha sempre avuto la mia enorme stima.
Sono madre di un ragazzo di 28 anni che dopo la fine di un rapporto lungo sta da circa 2 anni con una borderline
È un giovane medico perfettamente consapevole della situazione.Esprime anche il desiderio di uscita questo inferno…ma non ci riesce.Lo vedo distruggersi e soffro da morire.Mi dispiace anche per la ragazza…ma proprio non ce la faccio ad assistere a questa autodistruzione.Cosa posso fare oltre ad ascoltare? Sono disperata
Gentile Dottoressa, è possibile che il disturbo borderline sia fortemente associato anche con un disturbo di tipo dissociativo, nel quale la persona ha come l’impressione di osservarsi dall’esterno o anche di non riconoscere il proprio corpo guardandosi allo specchio?
Inoltre volevo chiederle secondo lei come si può fare a non sentirsi in colpa se si finisce una relazione con una persona borderline. Nel senso, alla fine se uno ci pensa questa persona non ha mai avuto questi atteggiamenti nei nostri confronti con cattiveria, ma semplicemente perché affetta da questa malattia. Purtroppo è anche vero che però questi suoi atteggiamenti hanno mano mano diminuito quello che era il nostro amore nei confronti di questa persona. Sono tormentato, perché mi suona come una cosa egoistica il fatto di lasciarla e abbandonarla. Non si dovrebbe restare accanto ad una persona ammalata? Si dovrebbe avere la forza di continuare ad amarla…
Caro Giovanni,
il tuo intervento è molto prezioso perchè mette in luce un aspetto molto controverso della malattia mentale e cioè il fatto che è una malattia come un’altra e allora perchè dovremmo, nella logica dell’amore e dell’accettazione dell’altro, abbandonarlo nella difficoltà?
questo è un retaggio moralistico di stampo cattolico in cui tutti siamo cresciuti “FINCHè MORTE NON CI SEPARI, NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE”.
Verissimo
Tuttavia deve esserci la VOLONTA’ RECIPROCA DI GUARIRE.
Il punto è che quando la malattia investe la sfera relazionale, non ci si riesce a relazionare in modo sano con persone la cui patologia è connessa al RIFIUTO DELL’AMORE.
Si generano quindi decompensazioni nella reciprocità dei rapporti nei quali spesso l’uno è l’ancora dell’altro.
E’ un pò come dover dare da bere a chi non ha la bocca.
L’acqua gliela dai, ma scivola via.
Il problema è che vorremmo ostinarci a credere di essere noi a poterli/e aiutare, ma non è così.
Se sono affetto da una grave ernia esempio, vado dall’ortopedico, se invece ho un problema border/narcisistico..etc, raramente vado dallo psicologo se non mi ci mandano oppure ci vanno a finire le persone che mi aiutano, che mi amano, da un lato perchè mi vogliono bene, dall’altro perchè forse loro, hanno un eccessivo senso di autosacrificio (sindrome della crocerossina/del salvatore) e quindi uno stampo di personalità ossessivo nel quale moralità etica, avere una buona immagine di se regnano sovranoi e spesso spingono la persona a forzature sovraumane pur di ottenere il risultato che inconsciamente si sono preposti (devo stargi accanto, non ho fatto abbastanza, non è giusto…etc).
In questo disperato tentativo, queste persone diventano medici, psicologi, maghi, ricercatori…tutto per conquistare controllare gestire un oggetto d’amore ingestibile.
Ma quindi, chi ha bisogno di aiuto?
Entrambi.
Il funzionamento BORDER è associato a moltissimi disturbi di personalità, non a caso si parla oggi di BORDERLINESS per indicare un funzionamento distorto e alterato della personalità che invece può avere moltissime sfaccettature.
Nell’articolo si parla invece proprio della personalità BORDER che può funzionare a un livello nevrotico/border/o psicotico.
Ad un livelloi psicotico o sulla linea (appunto border) possono trovarsi anche fenomeni dissociativi o alterazioni della sfera cognitiva (memoria, incoerenze tra dire e fare..dissonanze cognitive..etc).
Ti consiglio di recarti tu da uno psicologo che ti aiuti ad uscire da questo tunnel e dalla tentazione continua di RITENTARE E SALVARE.
Se sei di Roma.
Io sono qui.
Buongiorno dott.ssa,
ho riletto il suo articolo varie volte ed è incredibile come io mi ritrovi nei meccanismi e nelle situazioni descritte fin nei minimi particolari.
Ho avuto una relazione di un anno con un ragazzo affetto da disturbo di personalità paranoide con probabile funzionamento borderline. Questa non è una vera e propria diagnosi, ma l’opinione della psicoterapeuta che mi sta seguendo, e leggendo questo articolo riconosco ogni singolo “sintomo” descritto.
Colgo l’occasione del commento di Giovanni e della sua risposta (per certi versi illuminante) per porle una domanda. Dopo un anno di relazione ho deciso a malincuore e tra mille sofferenze e dubbi di lasciarlo, in seguito all’ennesimo episodio distruttivo che mi ha fatto sentire svuotata e schiacciata me ne sono andata. Quindi non perché l’amore fosse finito ma per l’ultimo briciolo di istinto di sopravvivenza che mi era rimasto. Dopo un iniziale periodo di rabbia nei miei confronti, un periodo in cui non capiva le mie motivazioni, ha iniziato anche lui un percorso di psicoterapia. Dopo due mesi abbiamo avuto un breve riavvicinamento, e riconosco che in molti atteggiamenti è effettivamente una persona diversa. Sta facendo un percorso intenso e impegnativo. Ma ci sono stati un paio di episodi, di piccolo conto, totalmente privi dell’aggressività e della rabbia che lo hanno caratterizzato tante volte, che mi hanno comunque fatto sentire di essere tornata al passato. Sono stati una specie di campanello di allarme, qualcosa mi è scattato dentro, forse l’istinto di sopravvivenza di cui sopra. Mi sono quindi nuovamente allontanata. E’ passato un altro mese da allora e rimango con questo dubbio su cui mi arrovello ogni singolo giorno: le persone affette da questo disturbo possono realmente guarire? O possono solamente “mitigare” alcuni aspetti, “contenerli”? Possono essere in grado, prima o poi, di avere una relazione sana? Così come Giovanni, anche io mi sono detta che lui è una persona malata, e che io lo stavo abbandonando nonostante l’amassi – inoltre in questo caso, la volontà reciproca di guarire c’è, lui ha iniziato la terapia (dopo che l’ho lasciato). Vorrei che la terapia lo facesse guarire e che potessimo tornare in una relazione sana, ma allo stesso tempo una parte di me non lo crede possibile (la stessa parte che ha sentito quei campanelli di allarme forse). Vorrei darci un’altra possibilità ma sono consapevole che la posta in gioco è alta (la mia salute mentale) e di non essere sicura di riuscire ancora a sopportare psicologicamente comportamenti così distruttivi e svilenti, anche se si trattasse di un tempo limitato sulla strada della guarigione. La mia domanda quindi è: la guarigione da patologie così radicate nel profondo è effettivamente possibile? In quanto tempo e a quale prezzo?
Grazie, saluti
Jus
Salve Cara,
capisco la tentazione che si ha, di inquadrare la persona con cui stiamo/amiamo…..ci rassicura e sono felice che in qualche modo, le mie dettagliate descrizioni aiutino a sentirci un pò più capiti…ma io credo anche- che queste supposizioni diagnostiche, non riguardino la sua terapia e che il suo terapeuta sia già stato molto gentile a fornirle un’idea, che tuttavia forse, non la soddisfa in pieno nel suo dubbio e nel suo inconscio desiderio di “salvare” lui….
E’ lui tuttavia, che deve capire se vuole salvarsi, lui dovrebbe interessarsi della sua salute e se non lo fa, lei dovrebbe lavorare sul fatto che ama una persona con questa problematica, sull’asimmetria e i presupposti su cui si basa la relazione, sulle motivazioni inconsce che vi spingono a colludere, sul perchè e sull’eventualità, per lei di accettarlo o meno. E’ un disturbo complesso che non guarisce facilmente e senza una ferrea volontà della persona.. e la terapia, continuamente minacciata rispetto ai confini e al setting, si basa in questo caso sul recupero di una visione integra dell'”oggetto ” e nel contempo, sulla fiducia e la costanza.. elementi che il border non ha o con cui fa molta fatica ad empatizzare.. la sua esigenza di svalutare e abbandonare o manifestare l’abbandono temuto rendono la terapia molto complessa.. per questo essa è una chance.. sempre in costante bilico di imminente svalutazione, la cui riuscita dipende da moltissimi fattori (legga fattori di successo della psicoterapia, in particolare la relaizone terapeutica). Lei dovrebbe esporre questi dubbi al/alla sua terapeuta, manifestando l’esigenza di avere da lei/lui dei chiarimenti riguardo a questi dubbi, oppure lavorando sulla vostra relazione e fiducia e sulla sua esigenza di “tradirlo” attraverso un altro parere, che nasconde inconsciamente sfiducia verso il terapeuta.
Qualora volesse un altro parere e il suo terapeuta è concorde/informato allora io potrei riceverla a studio o darle una consulenza/secondo parere.
Grazie dell’interessamento e della sua attenta analisi, complimenti
Ho vissuto una relazione con un bordelain ed è tutto così terribilmente simile alla tua storia. Ne sto uscendo adesso con tanta sofferenza. Sono certa che mi farebbe bene confrontarmi con una persona che ha già vissuto una esperienza simile
Io un mese fa con la mia ex, possiamo parlarne
Salve dottoressa Silvia,
Sono stato lasciato dalla mia compagna Border. Una storia brevissima durata 3 mesi. Lei è andata con un’altro appena subito con il quale già convive. Stanno insieme ora quasi 3 mesi, vorrei sapere se lei potrebbe tornare da me? Oppure mi ha dimenticato del tutto.
Salve Lello,
più che chiederti se lei tornerà, chiediti perchè tu vuoi che lei torni, nonostante tu abbia la consapevolezza della sua instabilità emotiva e del fatto che l’ha portata a stare con un altro uomo e a fare una scelta che non sei tu. Hai mai pensato di fare un percorso tuo sulle relazioni? Mirato a comprendere il legame tra alcuni schemi comportamentali ripetitivi, copioni relazionali, affettivi o psicologici di cui restiamo vittime?
Sei di Roma
Un Caro Saluto
Salve Dottoressa. Io sono entrata da qualche mese purtroppo in una relazione con un ragazzo che soffre di questo disturbo. Leggo e rileggo il suo articolo e mi ci rispecchio letteralmente, anche per la questione “crocerossina”. Credevo anch’io di poterlo aiutare, ma evidentemente mi sbagliavo di grosso. Vorrei uscire da questa relazione senza creare troppi danni. Potrebbe consigliarmi quale sarebbe il metodo migliore? Perché da quanto ho capito, il taglio netto di ogni tipo di rapporto non farebbe altro che aggravare la situazione. Vorrei uscire non dico tranquilla, ma per lo meno che non venga a disturbare la mia famiglia. La ringrazio!
Carissima occorre una terapia mirata.
Se vuole può contattarmi al 3398873385 x prendere un appuntamento a studio o via skype.
Un caro saluto
Salve dottoressa ,ho mia figlia diagnosticato di disturbo borderline di personalità,e da tre anni e in cura con la Quetiapina e aripiprazolo e da queste anno con il Resilient, e con tutta queste medicine non ha migliorato, fa psicoterapia ma non è costante,,penso che le medicine non fanno niente spesso ha sbalzi di umore,e a scuola non va bene, non ha voglia di studiare e si butta a fumare spinelli e bere alcohol e si taglia quando sta molto male , quizá se un giorno può guarire perché ci vive male lei e noi genitori,non vedo miglioramenti.
Buongiorno Dottoressa,
Sono imbattuto in una relazione con una ragazza diagnostica per disturbo depressivo, seppur in maniera velata notavo qualcos’altro sotto la superficie (sono medico): disturbi alimentari, autosabotaggio, pensiero white and black, segnali esili, però c’erano…..
All’inizio ero il migliore del mondo (cercavo di limare queste cose per non farmi idolatrare), successivamente, durante una recidiva depressiva, cambiò tutto: inizio ad attaccarmi/colpirmi/umiliarmi con una ferocia che non pensavo potesse esistere colpendo in maniera deliberata i miei punti deboli ripetutamente.
Ho cercato più volte di convincerla a fare psicoterapia e di rivedere con un collega la terapia farmacologica, senza alcun risultato….si esce psicologicamente a pezzi da queste interazioni.
E’ molto vero, ma lei collude a livello narcisistico con questa relazione.
L’incontro Border Narciso è un connubio tipico.
Occorre una terapia anche per lei per capire come gestire/uscire da questo schema salvifico che in ogni caso si rivelerà controproducente nelle relazioni e anche nel suo lavoro se non gestito adeguatamente.
La sua ragazza invece, ha una diagnosi errata, (ha estrema necessità di terapia )il che è facilissimo perchè il DB così come è segnato nel DSM lascia cadere tutte quelle persone (soprattutto donne) le cui condotte autodistruttive riguardano appunto l’alimentazione, la droga, l’instabilità relazionale.
Vi è anche una pericolosa comorbidità e/o confusione tra DB e disturbo bipolare.
La sua ragazza necessita un lavoro sulla struttura di personalità e sul disturbo clinico d’umore.
Se le posso essere utile per una consulenza può contattarmi al 3398873385 via sms la richiamo per appuntamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Michelini ho letto molto attentamente il suo interessantissimo articolo in ogni sua parte ed è davvero strabiliante la precisione e i dettagli da lei riportati e in cui io identifico la mia compagna , ormai diventata ex . Ovviamente le mie sono solo ipotesi visto che una diagnosi precisa spetta ad un esperto in materia e l’interessata rifiuta un’ assistenza adeguata. La mia esperienza narra di una persona bella , intelligente, acuta, solare, sensibile , attenta nella prima fase ad ogni esigenza mia e della coppia. Ben presto però ho dovuto fare i conti con un’altra realtà, ho scoperto dentro di lei un lato oscuro , un mostro affamato che si nutriva di rabbia, rancore, bugie, omissioni, umiliazioni e tanto altro .Ho provato inizialmente a imporre dei limiti alle sue esuberanze ma è stato sempre controproducente. L’aspetto piu’ eclatante nel mio caso è stato un suo continuo effetto manipolatorio con l’intento di allontanarmi da tutti gli affetti che mi circondano (famiglia/amici/hobbies) col risultato (solo parziale) di essere sotto suo completo controllo, e in questa fase ho subito gli abusi piu’ gravi che mi hanno inevitabilmente fatto allontanare. Ora che sono riuscito a scappare dalla ragnatela continua a cercare i contatti con me e io ovviamente gli evito. Mi rendo conto della gravità della situazione e vorrei aiutarla senza ovviamente riprendere una relazione con lei evitando il contatto di qualsiasi genere che sarebbe senz’altro interpretato da lei come segnale di riavvicinamento. La mia
domanda è come posso aiutarla ?La ringrazio anticipatamente
La risposta è PERCHE’ LEI SI PREOCCUPA ANCORA COSI’ TANTO DI AIUTARE LEI?
Ha mai pensato di lavorare sul suo schema di autosacrificio e di ipercriticismo verso se stesso?
Salve Dott.ssa,
mi sono lasciato da un mese con una ragazza dal passato turbolento, dopo una relazione di un anno circa…io mi rivedo in ciò che lei ha scritto in questo articolo, così come da qualche tempo avevo dato più senso ai frequentissimi distacchi e ritorni teatrali e esagerati della ragazza con cui stavo, pensando a un possibile disturbo di personalità. La ragazza in questione ha avuto un adolescenza (non ho mai saputo tutto nonostante lei dicesse di avermelo detto) complicata..si è avvicinata alle droghe tanto da divenirne dipendente e nel mentre era arrivata quasi a “svendere” il suo corpo a livello sessuale…ha avuto comunque una storia con un ragazzo che, a quanto ho capito, lei ha portato alla dipendenza da eroina. Ha poi passato 4 anni e mezzo in una comunità di recupero per tossicodipendenti e l’ultimo anno “dentro” le hanno diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo per le troppe parafilie (e non so cos’altro avendo sempre evitato di entrare nei particolari), per cui è stata curata con psicofarmaci. Credo che la nostra storia corrisponda a quei tratti, senza avere la presunzione di esserne certo. E’ sempre stata aggressiva e ha sempre tentato di farmi ingelosire bombardandomi ogni giorno fin dall’inizio, ma all’inizio il trasporto emotivo era molto, come non mi era mai capitato, e io mi sono lasciato trasportare.
Dopo un mese al massimo era già diventata fredda e distaccata e così è stato per un po’ di tempo finché dopo infiniti sforzi fatti da me e alcuni passi in avanti fatti da lei (seguiti da altri fatti indietro) non si è dichiarata innamorata. Io pensavo che sarebbe migliorata tutta la situazione, ma in realtà lei ha continuato ad avere quasi una volta a settimana crisi nervose in cui scoppiava inspiegabilmente e si sentiva “inadeguata”, “inferiore”, “giudicata” ecc…ogni settimana litigavamo anche per le mie richieste di spiegazioni riguardo a come potesse passare da un attaccamento forte (col passare dei mesi sempre più morboso) a un distacco ancora maggiore (mi disse infatti che a volte provava qualcosa mentre altre non provava niente per me). Dopo qualche mese scoprii che mi aveva mentito su tante persone che chiamava “amici”, scoprendo che erano suoi “ex” o comunque persone con cui aveva avuto rapporti sessuali e da lì ho iniziato a diventare molto geloso e sempre più insicuro…anche se le ho sempre creduto quando mi diceva che non mi aveva tradito.
E’ sempre successo che nel momento di “passaggio” da un “carattere” all’altro (non so come altro spiegarmi) le usciva fuori una rabbia assurda che spesso sfociava in violenza non solo verbale ma anche fisica verso di me..un giorno dopo si attaccava a me come se fossi la persona migliore sulla terra, per poi riprovare sensi di colpa, sentirsi da meno e distaccarsi velocemente…ho provato spesso a farle capire i suoi errori stando attento a ogni minima parola che le dicevo per evitare litigate furibonde (che comunque avvenivano con cadenza almeno settimanale) e a volte sembrava capisse davvero…
Si è sempre sentita giudicata, inadeguata, oppressa, e mi accusava di analizzarla, di voler capire ogni suo gesto..a volte mi diceva che mi svalutava e a volte mi vedeva come un “nemico”…nei momenti di attaccamento “disperato” invece aveva la paranoia che io la lasciassi, era gelosa di ogni ragazza conoscessi e aveva bisogno di me come l’aria..ma non riuscivamo a stare così per più di tre-quattro giorni..anche nell’intimità quasi sempre si faceva delle parafilie, e dopo il raggiungimento dell’orgasmo si innervosiva (mi scuso per il linguaggio usate)…così siamo arrivati a un mese fa, io ormai me ne fregavo dei suoi cambi repentini e non mi rendevano più “insicuro”, ma appena ci siamo lasciati ho avuto tantissime ricadute anche a livello nervoso..addirittura un’infiammazione alla cervicale, che dice (il medico curante) essere psicosomatica. Purtroppo ancora dopo un mese ci penso ogni giorno, e mi aspetto che si sia già buttata su un altra persona con lo stesso impeto che aveva avuto con me, anche se io sono la prima persona di cui si è innamorata (la cosa è confermata da amici in comune), per cui spero quasi di rimanere nei suoi pensieri.
Nonostante razionalmente sappia che mi distruggerebbe a livello fisico e mentale, vorrei ancora a volte che tornasse, cambiata e consapevole, perché anche se io ho avuto diverse storie lunghe e sane…non avevo mai vissuto una storia così “intensa”, anche se indubbiamente malsana.
Le chiedo, scusandomi dei forse troppi dettagli, se la ragazza in questione potrebbe davvero soffrire di un disturbo borderline o qualcosa del genere. Lei ha sempre negato di avere ancora qualcosa, anche in riferimento al disturbo ossessivo-compulsivo di “tipo sessuale”, nonostante le venissero spesso pensieri, come dire, perversi…e io ne sono diventato talmente tanto “dipendente” da giustificare e perdonare tanti comportamenti assurdi e a vedere come normali le cose che faceva e mi diceva, tanto da aver pensato di essere anche io la causa della rottura o di alcuni problemi che ci facevano litigare..
ps: ho deciso già da prima della rottura di andare da uno psicoterapeuta, con cui affrontare ciò che “in me non va”.
La ringrazio in anticipo e scusi per la lunghezza del commento
Salve Matteo,
grazie per la sua testimonianza, certamente la co-dipendenza va valutata in tutti gli aspetti di collusione sado-masochistica e narcisistica, tipici della dipendenza affettiva.
Mi auguro che con questa terapia si trovi bene, che possa focalizzare gli schemi di relazione che sono alla base del suo funzionamento psicoaffettivo e riesca ad uscirne.
Un caro saluto
Silvia Michelini
Da quasi otto anni frequento un ragazzo border. Ogni parola letta in qs articolo sembrava scritta sulla mia storia. Sono esausta e svuotata ma ho paura delle sue reazioni quando cerco di chiudere il rapporto. Mi ha minacciato di acido sul volto, tormenta la notte me e mia madre che non sta bene e devo qnt più possibile tenere fuori da qs delirio. Non so come fare. Sono depressa svuotata e senza più forze.
Carissima Giordana,
se lei si trova a trattare con un caso così grave in cui sono presenti chiare minacce alla sua incolumità, dovrebbe con urgenza recarsi presso un centro anti-violenza per donne e nel contempo denunciare questa persona.
Il silenzio, l’attesa, a volte conducono alle tragedie che ogni giorno leggiamo sui giornali, se così non fosse, un esposto per minacce non condurrà quest’uomo in carcere, ma forse da uno psichiatra/psicoterapeuta, che magari potrebbe aiutarlo.
Per quanto riguarda lei, la sua propensione a mettersi in relazioni a rischio andrebbe valutata immediatamente in un percorso individuale.
Un caro saluto
Silvia Michelini
Buongiorno dottoressa, sono capitato in questo portale a leggere il suo articolo e lo trovo estremamente chiaro e ben articolato! Scrivo qui per far conoscere a lei e ad altri utenti in difficoltà la mia relazione di quasi 3 anni finita di recente…Quando ho conosciuto la mia ex, ero in uno stato emotivo dove non ero molto preparato a relazioni mature. Facevo fatica a dire “ti amo” ad una donna e cercavo soltanto le donne più sbagliate…Lei, invece di scartarmi, ha scritto ad un dottore terapeuta per farmi guarire in modo che io e lei potessimo avere una speranza…Io lusingato ed emozionato, chiedo a lei di fidanzarci (era fine 2015) e dopo quel contesto, è iniziata una bellissima luna di miele dove lei sembrava l’altra mia metà! Stessi interessi, stesse passioni, diceva di amarmi da morire, che mi voleva per tutta la vita, che avrebbe voluto 2 gemelli da me e che un giorno desiderava addirittura sposarsi. I miei interessi erano i suoi, sessualmente era tutto bellissimo, c’era un intesa meravigliosa ed ero quasi incredulo di avere accanto una persona che mi facesse sentire cosi potente, importante, prezioso e amatissimo! Ma dopo 6 mesi la situazione si è capovolta. Un brutto giorno ha iniziato a litigare accusandomi che ero assente, che non voleva un uomo invisibile e che forse dovevamo finire la relazione! Non ci feci caso le prime volte, dal momento che litigare in una relazione è normale se capita ogni tanto…Ma purtroppo questi contesti spiacevoli presero il sopravvento, e nei mesi a seguire, venne fuori la sua parte instabile e impulsiva! Iniziava pesantemente col svalutarmi, poi mi offendeva, fino a isolarmi e trascurarmi…Mi faceva sentire una persona sbagliata, e mi faceva sentire in colpa di tutto! Durante le liti mi bloccava su whatsapp e riattaccava alle mie chiamate, poi dopo circa un giorno o due si calmava, a volta si scusava, mi diceva che mi amava e che faceva in quel modo perchè aveva avuto un vissuto traumatico…Pace fatta quindi ma non per molto…Dopo che la giostra impazzita aveva messo i freni, ad un tratto ripartiva più spericolata che mai…”Ti amo, Ti odio” “Mi manchi, Non ti voglio vedere” “Ho paura di perderti, Lasciamoci perchè noi non si va”…Le frasi più clamorose erano circa queste, associate ovviamente ai suoi stati d’animo depressivi, dove diceva di sentire un enorme vuoto, mi faceva capire che stava male e qualche volta per attirare la mia completa attenzione minacciava il suicidio…Io ormai codipendente di lei, e voglioso di aiutarla anche se mi faceva del male, non ho mai smesso di stargli accanto, nonostante dopo quei 6 mesi, sia iniziato l’inferno. Di momenti belli ne abbiamo passati, ma venivano velocemente infangati dalle sue sfuriate violente e impulsive, dove la dose aumentava sempre di più (Avrà cercato di lasciarmi almeno una ventina di volte in 2 anni). Quest’anno non abbiamo passato Capodanno insieme e da Gennaio e Maggio lei ha avuto una fase di sganciamento, dove cercava di lasciarmi con insistenza, sfuriava sempre di più e mi vedeva sempre più di rado, fino al responso finale dove poche settimane fa mi ha detto chiaro e tondo che non provava più nulla per me. Mi disse che non provava ne amore e ne attrazione fisica da tempo e ha detto che tra noi era ufficialmente finita…Adesso sono passati nemmeno 20 giorni dalla rottura e la mia sofferenza è veramente indescrivibile. Sento di amarla, sento che mi manca tantissimo e non riesco ad accettare una rottura cosi risoluta, dal momento che lei tornava sempre e manifestava il bisogno di non perdermi. Ho il mio lavoro che mi tiene impegnato, ma sono rimasto quasi isolato dal mondo sociale, mentre lei invece che preoccuparsi di me va a ballare e divertirsi tranquillamente come ci fossimo lasciati da 10 anni. Alcune fonti mi hanno pure messo in guardia su un possibile tradimento da parte sua. E adesso vedo solo buio dottoressa. Nonostante abbia il mio terapeuta che mi sprona a fare bene sul lavoro e a distrarmi, sento che mancano ancora troppe domande alle mie risposte…Lui non riesce a fare una diagnosi si di lei…Però io non mi do pace…Le sedute mi costano molto ma nella mia testa sto cercando risposte ovunque…La mia ex potrebbe davvero avere tratti Border? (Sta andando in cura dalla quarta dottoressa collega del mio dottore)…Cosa mi devo aspettare? Un suo ritorno o il silenzio di tomba? Vorrei solo un suo parere medico, o anche consigli da chi ci è passato (Sarò ben lieto di dare consigli anch’io a chi mi chiedesse un parere)…Desidero solo confrontarmi e trovare una via d’uscita, in modo che poi la mia terapia possa azionare la leva di salvataggio…Grazie a tutti per l’attenzione. Un saluto alla dottoressa e a voi utenti
Salve Davide,
essendo io un terapeuta, per mestiere, non mi sento e non posso a livello etico darle un parere affinché “la sua terapia possa funzionare”.
Questa richiesta svaluta me come professionista e anche il collega.
Mette al pari i consigli che potrebbero darle i lettori, al pari dei miei, al pari del collega…
insomma a un certo punto lei dovrebbe “affidarsi” e fare quello che il collega suggerisce o cambiare.
Dalle sue parole emerge, una convinzione di fondo che la sua terapia non sia sufficiente a colmare i suoi bisogni oppure non la soddisfa intellettualmente.
I consigli che possiamo ricevere da amici, conoscenti, parenti, gruppi, psicologi.. sono nulli finché non comprendiamo che al di la della diagnosi dell’altro è il nostro atteggiamento ossessivo e masochistico a determinare o a far perdurare queste dinamiche di relazione.
Quello che posso dirle pertanto è che se non si trova bene con il suo terapeuta di cambiarlo.
Io ricevo a Roma o a distanza, a costi sostenibili da tutti, nonostante io sia abbastanza piena, per cui c’è sicuramente da avere pazienza sugli appuntamenti.
La diagnosi la fa benissimo lei su internet e anche se scoprissimo che fosse Border..narcisista.. questo darebbe solo una parola al dolore, ma non una risoluzione.
Certamente sentirsi ripetere alcune cose, dare un nome a ciò che ci spaventa aiuta.
Se vuole io sono qui.
Quella parte da lei.
Un caro saluto
Ciao Davide, credo, leggendo queste vostre esperienze, di esser stata anche io in una relazione con una persona con tratti borderline. Se vuoi parlarne per confronto e conforto, scrivimi: hathorankh@hotmail.com
Buongiorno dottoressa 🙂
In quest’ultimo periodo sto leggendo molte cose circa articoli di psicologia relativi ai tratti borderline. Perché? Perché ho il sospetto di essere inceppata in un soggetto portatore.
Parlo del mio ex ragazzo, ex da 6 mesi ormai. Ci conosciamo da 9 anni, siamo stati assieme 4. Mi ha lasciato lui… improvvisamente, ammesso che esista, da un giorno all’altro. Si è alzato una mattina, abbiamo litigato, ha rotto il telefono…e non l’ho più sentito. Io sono… entrata sotto shock. Passato, dopo mesi, il disorientamento… lo stato di ansia… l’essermi comunque rivolta ad una psicologa per aiutarmi a “metabolizzare”… diciamo che son tornata in me.
E ho così spostato l’oggetto dei miei pensieri a lui… e ho analizzato.
I tratti salienti, per me, sono:
– la storia di lui: rumeno, 39anni, maltrattato dal patrigno… storia di violenza fisica nell’infanzia… non ritenuto parte della famiglia ufficiale… viveva con la nonna.
– racconta molte bugie, non si fa mai conoscere da nessuno. Racconta bugie anche su fatti del presente, magari accaduti con una persona X… e lui è in grado di dire alla persona X, presente, che le cose nn sono andate così.
– ha tre convivenze alle spalle, ed un divorzio
– la madre… io on la conosco. Lui mi diceva “quando mi madre ti conoscerà, ti farà a pezzi”. Infatti………………
– io ho visto un atteggiamento delirante, si era convinto che io gli avrei fatto del male (chiamando carabinieri…) e quindi se uscivamo in posti “isolati” si fermava a controllare anche dentro i fossi… per capire dove fosse la gente che io avevo chiamato per fargli del male.
Ha cercato sul posto di lavoro testimonianza che gli permettessero di dire che io lo avevo preso in giro … tanto che io ho dovuto licenziarmi per il clima che si era creato
– ha scatti d’ira. al di la del rompere i cellulari… a me ha rotto un menisco, a forza di spinte. fra un paio di settimane subirò un’operazione a causa di ciò
– lui ha messo il limite con me quando … quando ha cambiato casa. quando era iniziata la nostra vera routine. quando “casa sua” era un po’ “mia”, per i regali, per le scelte… dopo 5 mesi non mi ha più fatto entrare. gli ho suonato il campanello una sola volta, è impazzito perché io invado la sua privacy, mi ha offesa, dato della stalker… ha staccato il campanello. una sola volta gli avevo suonato…
– ho sempre notato un atteggiamento mentale “speculare”… cioè se io faccio A e a lui A da fastidio… lui mi riproporrà A, dopo del tempo. Se lui ritiene di esser stato ferito perché ” io ho detto che lui è manipolatore” … lui, dopo tot tempo, mi dirà che “Io sono manipolatrice”.
– io in questi mesi, passata la rabbia iniziale, ho cercato di mantenere un contatto con lui… come? con qualche regalino, biglietto… volevo fargli capire che c’ero. magari sbagliando. ma io ho scelto di fargli capire la mia presenza, nonostante i suoi modi, nonostante le sue paure, nonostante tutto.
il punto è che … in un mese ci siamo visti tre volte. due serenamente anche. parlando.
la terza, per puro caso, è impazzito. io non son neanche riuscita a dire CIAO che ha iniziato ad urlare, offendermi, minacciarmi… si è placato solo quando gli ho detto “allora fallo!” . li ho visto che la sua minaccia reiterata nel tempo, che doveva spaventarmi e a cui non avevo mai colto, si è placata. poi vabbè, ha iniziato a dirmi altro, ma almeno da quel punto di vista ha smesso.
Lui non sembra che …non è odio il suo…. sembra paura a momenti. Paura di me (che, speicifo, io sono italiana, medico, volontaria nelle ambulanze da 10 anni… eravamo colleghi di lavoro, mentre io ero studente. ci siamo conosciuti li. lui si sentiva a disagio a volte con i miei “amici”… e subiva il confronto. Non ha mai capito che io vedevo, e vedo, solo lui. Voglio comunque dire… non sono una “sbandata”. Sono una persona molto buona, molto timida, molto empatica… e molto molto timida).
Non so se sono riuscita a spiegarmi o a…descrivere vagamente il quadro. Ho scelto l’elenco a punti forse per praticità, son tanti i concetti, le cose…
Per concludere, se qualcosa si è capito: io voglio stare accanto a lui (se lui ovviamente mi vuole! ma se non vuole vorrei motivazioni, non urla e colpi sul torace da cavernicolo…), e son sicura che con un supporto giusto ne possiamo uscire… e son disposta anche a “farmi vedere” pure io per diventare in grado di sostenerlo.
Ma … non so come fare a stabilire un contatto con lui nel modo giusto, per lui e la sua forma mentale, perché a me … ha bloccato. Da quel giorno in cui ha rotto il telefono… ad agosto… non mi ha più voluto parlare.
Grazie 🙂
Cordiali saluti,
Elena
Salve Elena,
la ringrazio per il suo contributo.
Sei in una situazione abbastanza urgente, che richiede un approccio mirato a te e specifico sulla dipendenza affettiva e personalità masochistica/auto-sacrificale.
Se ti interessa una consulenza approfondita,che in questa sede per un fattore di privacy, tempo e di soggettività del racconto (altamente personale) non posso dare, valuta la sezione RICHIEDI UNA CONSULENZA.
Si effettuano sia a studio che via skype/videochiamata
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Michelini
Buongiorno,
Le avevo scritto un lungo messaggio molto chiaro che non saprei riscrivere.
Sarà destino.
Sono solo a cercare risposte quando, invece, si dovrebbero cercare soluzioni. E pensare a salvarci.
Ma l’Amore è amore anche quando è tossico. Benché si voglia analizzare tutti.
Io sono in analisi da 6 anni e da 3 e mezzo ho vissuto in una favola…complicata ma pur sempre favola.
Ora sono davanti ad un muro di silenzio …, io penso per effetto di provocazioni che mi hanno portato a reagire … con questa conseguenza. Da TRE MESI.
Ho detto NO e NON alle richieste ma al modo in cui stava cercando di manipolare…….
Così…questo il risultato. Punita … (?)
Narcisista ? Borderline ? O solo str. ?
Da tre mesi cerco di capire…anzi, già da un anno cercavo di capire perché c’era stata un’altra fuga ,,. Questa volta dalla nostra convivenza di due anni ….
All’inzio della nostra stodia lui aveva lasciato in 1 mese lavoro che durava da 23 anni nella stessa azienda, paese e 3 figli (seppur continuando ad essere presente con mille difficoltà) io un rapporto di 15 anni. Pazzi!!!
Però quella fuga era diversa … io non avevo mai visto una tal violenza ed in tutti i modi cercavo di sostenerlo … digli che c’ero ad attraversare i tunnel dell’orrore della sua infanzia (come li chiamava lui) ma, poi, ho dovuto lasciarlo … era impossibile restare.
Ma lui ha avuto crisi … piangeva … mi ha ricercata. Io c’ero. Con panico ma c’ero…..non sapevo cosa avessi visto e se avrei rivisto tutta quella roba lì ma lui “non voleva parlarne”. Punto!!!!! Tutto risolto a modo suo definendosi un resiliente.
Cerco e dicerco adesso … mi informo … Ma é un enigma. Un labirinto.
Mi piacerebbe chiedere un parere. L’ho fatto ad un suo collega esperto sui disturbo di “personnalité limite” in Francia. La risposta è stata “VIA, tanto non può guarirlo qualsiasi cosa sia … ?”
Ma chi vuole guarirlo ? Io voglio amarlo e sperare che lui trovi un modo per amare se stesso e farsi amare.
Lei pensa che potremmo trovare il modo di raccontarle meglio questo “racconto” e avere una sua opinione ?
La mia terapeuta dice che lui “si arrabbia in questo modo”. Le sembra una risposta plausibile in 3 mesi di vuoto ?
Bloccata dappertutto dopo cbe l’ho bloccato io dopo averlo raggiunto alla fine di un mese di silenzio 1000 km (!!!) e lui mi ha detto di rispettare la sua tranquillità con i suoi figli …. Non so se ci rendiamo conto. La mia psy dice che è profondamente offeso.
Insomma … ma devo ascoltare tutte queste assurdità ?
Così sono in urto anche con la mia terapia. Utile ? Direi di no.
Siamo alla soglia dei 50 … direi che si potrebbe comunicare.
Il peggio è pensare che io NON SONO ESISTITA. Come tutte le cose che mette “via” nella sua fottutissima esistenza.
La ringrazio se riuscirà a trasmettermi una soluzione, seppur vacua, ai miei tormenti.
Salve “Moi”
se le interessa un mio parere puo’ fissare una consulenza, scrivendo in privato a psicologiacoppia@gmail.com.
Mi pare che ce ne sia esigenza e che anche la confusione sia tanta, sia in lei (riguardo alla sua situazione affettiva e psicologica) che nella comprensione dei percorsi che sta affrontando.
Un caro saluto
Buongiorno chiedo scusa come è la sintassi non riesco a scrivere perfettamente questo riassunto di una relazione di nove anbi.
Ho mollato il mio ex il 16 marzo 2017 perché non voleva andare a convivere,perché sua madre voleva il matrimonio come lui a suo canto. La mia storia è assai lunga e complessa .. I primi tempi non sembrava un pazzo ma credevo che era troppo geloso, il primissimo episodio di comportamento strano era che iniziato a instaurare in me l’ansia di essere pedinata da amici suoi dal rientro dal liceo, oppure una volta che ero a fare shopping con mia mamma e mia sorella e mi manda il messaggio che ero circondata da maschiobi e non a fare shopping. Alcune volte la sera tardi faceva le strade deserte e diceva che qualcuno ci pedinava, all’inizio non ci facevo caso. Manda messaggi se non rispondi spariscono per sempre ecc all’inizio ci credevo man mano non ci credevo più… Oppure mi costringeva passare le vacanze estive e pasquali e natalizie se ero a casa mia con i suoi familiari perché a detta sua suo padre era sul punto di morire, tra il 2010/2014 ho sempre passato natale all’estero quindi non ho avuto questo fardello ,ma lui mi rovinava la vacanza ogni volta dicendo che voleva avere i suoi genitori a natale e per lui le vacanze all’estero non era natale, una volta mi beccai come ho raccontato la colpa per una cosa, ma il bello che un’estate lo cercai di mollare e mi scasso tutta la notte con messaggi stando sotto lo stesso tetto visto che per ogni estate ero giù in Calabria da sua zia perché sua madre scendeva giù con suo marito, e credo che mi fece spaventare lui per farlo venire dove dormivo io, fece intervenire sua madre, sua zia e ci rimisi, passa un anno e annuncia che ci sposiamo io come una creatina non obbiettò e iniziamo ad organizzare manco i miei versano un pezzo di caparra lui perde il lavoro e mi riferisce che il capo l’ha licenziato perché si sposava con me e dice che sarò la sua rovina, passa il natale riesco ad annullare questo matrimonio ritrova il lavoro e io inizio a capire qualcosa non va intanto i miei stavano facendo una villa per me e per lui nel 2015 ho iniziato a pensare di mollarlo, e infatti chiesi la pausa di riflessione che non mi venne concessa, nel 2016 arrivarono i mobili nella casa dove dovevamo andare a convivere ma non volle mai trasferirsi diceva si tanto per farmi felice ma nello stesso tempo diceva che voleva andare a lavorare a Londra e qui feci intervenire i miei genitori perché voleva avviare una casa con me da sola dentro, l’11 settembre 2016 mi maledico da sola perché mi ero dimenticato era la mattina successiva a un matrimonio di suo cugino giù in Calabria io stavo dormendo e mi sono sentita baciare prima sulla guancia, poi scendere sul collo e poi sul seno visto che dormivo con una camicia da notte me la spostata, poi a scendere con le mani e mettere un dito nella vagina a lì per il momento mi sono svegliata e dato un bello schiaffo, mi riaddormento e archivio secondo me in un angolo della mia mente ,arriva ottobre e chiedo della tesi al mio relatore non capisco fin da subito perché scelgo storia dello stupro, intanto inizio a chattare con una persona che pensavo ultimamente e cercavo, a dicembre 2016 lo porto a mie spese a Milano per un concerto che mi interessava e per fargli capire che non esisteva solo la musica classica. Passa natale e arriva gennaio 2017 tutto tranquillo ma una sera mi porta in una pizzeria e che c’è di male nulla… Il fatto che si vantava che questa pizzeria l’aveva conosciuta per un pranzo di lavoro, e con il proprietario magicamente sembra essere in confidenza, allorché ci sediamo nel tavolo assegnato stranamente manco ci sediamo che indica un signore di spalle dicendo che ha una stamperia per tutti i tipi di lavori e quando questo si avvicina al nostro tavolo per salutarlo mi fa conoscere la sua compagna per le partecipazioni.. Appena se ne va gli dico che storia è? E nella stessa sera mi porta a vedere dove stava questa stamperia. Nulla tranquilla passa una settimana e inizio a collegare la frase del tizio con alcune cose e gli dico il sabato successivo tu mi hai portato in quella pizzeria per farmi convincere per sposarti e sapevi di incontrare il tizio della stamperia , appena gli feci questo ragionamento si incazzo dicendomi se pensavo così mi mollava io intanto gli dissi no ,in testa mia iniziai a organizzarsi, volevo vedere se mi voleva dare la convivenza, passa gennaio arriva febbraio lui era abituato organizzare dove piaceva a lui la serata di san Valentino e decido all’ultimo minuto Di stravolgergli i piani e ci riesco passa tutta la sera a telefono con il fratello che si lamenta del ristorante che aveva scelto, intanto continua a rompere se non compro l’arredo per la casa non andiamo a convivere a lungo andare stufa di questa minaccia vado a comprarli arriva marzo e non vedo nessuna voglia di andare a convivere e lo mollo davanti ai miei genitori che tra un po mi volevano ammazzare ma nulla, passano i giorni e arriva pasqua e mi manda gli auguri, passa aprile e gli muore il padre a maggio vado per rispetto dei conoscenti della mia famiglia essendo imparentati con lui e soprattutto per i fratelli suoi che non mi hanno fatto nulla, al funerale, arriva il mio compleanno e mi manda gli auguri che rispondo non accetto gli auguri visto che non sono nessuno. Passa luglio e gli muore la madre stesso motivo del padre e rido quel giorno perché diceva che senza suo padre non poteva vivere ma non aveva speso manco una riga per la madre prese la briga di scrivere una lettera di due pagine, passano i mesi zero contatto , dopo qualche giorno mio padre fa sai che si puó suicidare? Io che si suicidi, mio padre questo è istigazione al suicidio , bene finisco in carcere volentieri a spese degli italiani faro qualunque laurea,solo io che rompevo per fargli togliere quei mobili da casa mia , ma nulla stavo seguendo un consiglio di un avvocato, ma nulla da fare intanto scopro che ha creato un account falso su skype e lo usava in casi in cui stavo cercando di mollarlo, non dico nulla e lo blocco, arriva il 25 ottobre 2017 viene a trovarmi con l’ausilio di mia mamma e gli rido in faccia perché a detta loro dovevo ragionare con il cuore e quando gli ho detto al cuore non si comanda non c’è nulla da ragionare, se ne ca con le lacrime di coccodrillo, intanto cercavo di vedermi con un altro arriva novembre e stranamente i miei genitori vengono a sapere che mi sento con questo tizio ma non sanno che ci sono andata a letto, questa persona decide di tagliare i rapporti visto che venivo pedinata dai miei genitori “secondo il mio pensiero “che avevano paura, arriva l’ultimo dell’anno mi lamento con gli amici di mio padre avendoli alle Spalle che ascoltano che loro stavano dalla sua parte ecc e che sarei stata disposta di andare a lavorare nei call center per liberarmi del mio ex e dei suoi mobili passa gennaio 2018 e arriva febbraio 2018 un giorno che stavo al call center viene a riprendere ciò che ha comprato e mi rimane i mobili di sua nonna a casa mia, passano i mesi viene a sapere ad aprile che mi è morta mia nonna materna e mi manda un messaggio di condoglianze e gli rispondo veloce grazie mille per le condoglianze ma ora la prego di Uscire dalla mia vita per sempre … Sparisce e riappare sabato scorso per vedere che fare con i mobili .. Mia mamma lo ha portato a tradimento in casa dalla cucina e gli dice con nonchalance che ho fatto la torta . Mi saluta io non lo saluto se non fosse per mia mamma che mi impone di salutarlo manco salve gli avrei detto.. E gli grido che deve uscire dalla mia vita per sempre e ripigliarsi che è suo, e aggiungo quella torta è mia e non gliela deve dare… Alla fine gliela da io alle 21 prendo e la butto nel cestino e mia mamma si para il culo dicendo che gli avevo dato il permesso quando in realtà gli dico che gli ho detto di no.. E mi butta la ciabatta addosso e appena si avvicina per darmi altre prendo la ciabatta e gliela meno addosso dicendo adesso basta menarmi non hai il diritto di picchiarmi è la mia vita e decido io.. La ripescano nessuno la mangia e figurati io che lo fatta e rifinisce nella busta per le galline..
Mi perdoni ma non riesco veramente a leggere una mail cosi’ lunga.
Se le interessa una consulenza via mail, consulti la sezione RICHIEDI UNA CONSULENZA (tendina – VIA MAIL.).
Grazie
Buongiorno Dottoressa, sono una donna di 44 anni e tutto quello che c’é scritto in questo articolo (e in altri in cui ho cercato di approfondire) conferma i mei tratti borderline in TUTTE le relazioni disastrose avute in quasi 30 anni. Quello che però le chiedo é se con gli anni questi tratti tendono ad affievolirsi perché mentre se da piú giovane avevo tutti (tranne idee di suicidio) gli aspetti menzionati del border adesso riscontro una consapevolezza e un equilibrio piú sani e responsabili
Rimane però sempre la mia incapacità a portare avanti una relazione e il terrore dell’abbandono. Grazie
Carissima,
intanto complimenti per il suo grado di consapevolezza, coraggio e verità.
Moltissimi borderline, su questo articolo si arrabbiano perché – effettivamente viene data enfasi al partner che si trova a gestire col disturbi per distaccarsene e non al disturbo stesso.
Mi riservo in tal senso di scriverne uno ad hoc.
Con l’età è vero – i tratti si affievoliscono.
La condizione border, la spaccatura traumatica è ahimè una possibilità, un grande “dono” e anche un grande rischio, perché rappresenta un’opportunità di grandissima elevazione personale, anche dal punto di vista culturale oppure un rischio di “crollo” perenne.
In tal senso, Portare avanti una relazione non è obbligatorio per vivere bene, essere consapevoli come lei di non riuscirci invece è maturo.
Determinate ferite e paure istintive (traumi affettivi primari) sono sedimentate nella parte più arcaica del nostro cervello e per poterle integrare nella coscienza e impedire che AGISCANO al posto nostro… è un lunghissimo lavoro e spesso, vince l’istinto, la RE-azione, più che l’azione, l’emozione, rispetto al pensiero.
Le consiglio di lavorare in direzione del distacco dell’Ego dalla paura dell’abbandono, perché di base la borderliness ci fa proiettare la nostra sicurezza sull’altro, il nostro Io, si annienta, si sgretola.
Se invece lavorassimo sui confini, tutto potrebbe apparire meno disastroso.
Sono molto felice che lei una parte di questo lavoro lo abbia già fatto.
Le mando un carissimo saluto e un forte abbraccio.
Salve dottoressa’
Ho avuto una storia con una border.Nessuno dei suoi colleghi i conoscenti sa del suo problema perche lei lo nasconde alla perfezione.io dopo 3 mesi che la frequentavo mi sono accorto del suo disturbo tant e che lei stessa mi ha invitato piu volte agli incontri con il suo.psichiatra.e bulimica spende tantissimo e non riesce a stare da sola piu di 5 minuti.la sua.psichiatra mi ha detto che lei si sente se stessa solo con me ma io devo accoglierla o accettare questo suo problema e che devo decidere se il rapporto ha piu aspetti positivi che negativii su di me.io l amavo ma me ne sono andato.lei cosa ne pensa di cio che ha detto il suo collega.grazie mille
Essendo una sua paziente non può chiaramente dirle, lasci stare.. ha fatto bene, poi i colleghi raramente si espongono…i border ti coinvolgono molto in terapia.. non so, forse la sua presenza nella vita della ragazza era positiva per la ragazza.
Ma qui pare che vi sia una collusione evidente tra la psichiatra e la ragazza.
Per fare bene alla ragazza incoraggiamo lei alla co-dipendenza o comunque a superare un suo limite narcisistico? Lo psichiatra voleva evitare un crollo che poi era duro da gestire sicuramente…ma
NON E’ COLPA SUA.
E’ ammirevole per carità in termini romantici, teorici…amare qualcuno OLTRE OGNI LIMITE…ma poi convivere con una persona che soffre richiede moltissima energia e soprattutto un sacrificio narcisistico ENORME e cioè non vivere la sua vita, non poter ambire a una vita di coppia serena e una genitorialità serena.
Per me se non la sentiva ha fatto bene.
Proprio affrontando un senso di colpa e tagliando si assume le sue responsabilità e riconosce dei limiti.. limiti che i co-dipendenti non rispettano in se stessi.
Una cosa è certa, un border migliora ma le caratteristiche di base restano tali, per cui è lei che deve valutare se riesce ad ACCETTARE questo carattere piuttosto che sperare che migliori o cambi, aspettativa abbastanza irrealistica o comunque raggiungibile con moltissimo sforzo dato che qui c’è anche la componente del DA che complica la questione e quindi certamente un disturbo d’umore associato.
La malattia mentale è una malattia come un’altra, bisogna sentirsela di fare un cammino di vita con una persona affetta esempio da fibromialgia poiché la sua vita avrà molte restrizioni e nel caso della malattia dell’anima, nello specifico quelle riferite al controllo emotivo e degli impulsi il cammino è lungo e tortuoso.
Lo so sono dura e poco romantica, ma questa è la realtà.
Buonasera dottoressa ho conosciuto mia moglie 20 anni fa, all inizio bellissima, dolcissima, premurosa mi faceva sentire importante , amato ed apprezzato . Nei primi anni di convivenza Alle prime discussioni avute, quasi sempre per motivi di gelosia da parte sua, rimasi scioccato dalle sue crisi violente di rabbia e Dall impossibilità di riuscire a controllarsi, si trasformava letteralmente in una persona fuori controllo con urla insulti spintoni e non c era mezzo di arrestarla si fermava solo per sfinimento. Dopo un paio di anni di convivenza non riuscendo più a sopportare una simile relazione troncai e per un paio di anni ognuno andò per la sua strada, seppi dopo che lei finì in depressione con pensieri relativi al suicidio e iniziò una terapia con uno psichiatra .Siamo rimasti separati un paio di anni dove ci si vedeva sporadicamente ognuno facendo la propria vita, devo dire che lei continuava a cercarmi fino a che ci siamo rimessi assieme e nel primo anno il rapporto funzionava ed abbiamo avuto anche un figlio. Dopo la nascita sono ricominciate le paure, le insicurezze le crisi di urla e rabbia per motivi futili ….. devo precisare che lei ha vissuto un infanzia difficile dove i genitori litigavano si mettevano le mani addosso continuavano a lasciarsi e riprendersi con i figli divisi un po’ con uno un po’ con l altro… Ora nostro figlio ha 11 anni ed in questi anni ci sono sempre state queste crisi dove l arma di ricatto era o fai come voglio io o”prendo il figlio e me ne vado” . Mi sono trovato con continue richieste es. di più attenzioni , di dover farla sentire speciale al centro del mio mondo, bisogno di sicurezza, di protezione e se non esaudite crisi di urla insulti anche in presenza di nostro figlio in lacrime, sbalzi repentini di umore dal pianto al ridere nello spazio di secondi., visione della realtà o é bianco o é nero., capacità di stravolgere l interpretazione delle situazioni a proprio vantaggio. Ora 2 anni fa mia madre si é ammalata gravemente di tumore ed io mi sono preso in carica la gestione della situazione, visite mediche, chemio, interventi chirurgici, colloqui e visite con medici etc etc mia moglie più di una volta con rabbia ed urla mi diceva che doveva esser lei al centro x me e non mia madre ed io gli spiegavo che in questa situazione le priorità erano purtroppo altre e che avevo bisogno del suo sostegno non delle sue critiche …. devo anche dire che mia moglie si é prestata ad esser vicino a mia madre andando farle visita e portandola un paio di volte a far chemio … azioni che poi immancabilmente durante le sue sfuriate mi rinfacciava di aver fatto….. Mia madre é deceduta dopo una settimana di sofferenza 2 mesi fa , in questi 2 mesi, io non sono ancora riuscito a metabolizzare il lutto , mia moglie ha continuato a dirmi che si sentiva trascurata che voleva di più etc etc 5 giorni fa dopo un accesa discussione in cui gli ho detto che al momento mi sentivo a pezzi di lasciarmi tempo mia moglie ha deciso che per lei é venuto il momento di divorziare in quanto ha sopportato troppo e che la colpa di tutto é mia e solo mia in quanto lei ha sempre fatto tutto Il possibile per il noi. mentre io nulla …..Giovedì uscirà di casa per sempre con mio figlio ed io mi ritrovo a pezzi per la morte di mia madre e per questa pugnalata ricevuta dalla persona che amo e di cui mi sarei aspettato sostegno….ps nostro figlio di 11 anni é in terapia per la perdita della nonna ma nemmeno questo é servito a farla ragionare ora dopo la nonna vivrà anche le conseguenze della separazione dei genitori , un altro pilastro che gli crolla addosso…
Io sono a pezzi, distrutto non vedo vie di uscita e non capisco come si possa esser così egoisti , come non si riesca a tener conto a rispettare i sentimenti delle persone che dicono di amare…..
Io non so se mia moglie sia 100% BL o no, ho riscontrato delle analogie sue comportamentali con questo disturbo…. Se così fosse cosa dovrei fare ora? Lasciarla andare o cercare di farle cambiare idea? Durante l ultima discussione per l affidò del figlio ha avuto una crisi di ira urlandomi che io sono la causa di tutti i suoi mali e dopo che me ne sono andato mi ha chiesto scusa piangendo ed ha voluto essere abbracciata …. oggi mentre inscatola tutto sembra una bambina felice che inizia una vacanza…..
sono confuso, arrabbiato, depresso, spaventato non vedo logica o razionalità in tutto questo……..
Grazie per un suo parere
Per i pareri cosi’ specifici che sono vere e proprie consulenze specializzate, visionate la sezione PRENOTA UNA CONSULENZA.
Richiedono attenzione mirata e una dedizione che non può prendere meno di 45 min un’ora di tempo.
Un caro saluto
Salve, Vivo da due anni una relazione caratterizzata da forte instabilità …il vero problema è che non riesco a capire se siamo entrambi border o narcisisti…io sono senz’altro più consapevole di avere delle problematiche nei rapporti affettivi, lui un po’ meno che si disturba se gli dico che ha dei tratti narcisistici e che avrebbe bisogno dello psicologo. Purtroppo lui lamenta in me il fatto che lo riempio di critiche e che pretendo attenzioni continue ma non sono in grado di farlo sentire importante.Pretendo ma non do, voglio essere libera ma a lui non concedo gli stessi spazi di libertà. Io parimenti lo accuso per le stesse identiche cose ma poi mi manca, lo cerco. Tuttavia negli ultimi tempi c’è stato un peggioramento delle sue reazioni violente che mi ha messo in guardia. Io al massimo posso urlare, svilire (di certo non è bello ammettere di fare questo, mi sento subito dopo in colpa ma in alcuni momenti sono presa da una tale ansia e rabbia che non riesco a controllarmi) lui mi ha anche schiaffeggiato in pubblico una volta. Mi rendo conto che la miglior cosa sarebbe la chiusura del rapporto ma mi chiedo non è possibile un miglioramento senza l’intervento dello psicoterapeuta? Quando gli propongo lo psicologo, lui ritiene di non averne bisogno, sarebbe utile in questi casi una terapia di coppia? Mi sono sempre ritenuta una donna intelligente, sensibile, solare ma non sono mai riuscita a crearmi una famiglia, a vivere con serenità una relazione perché ho sempre avuto paura dell’amore….se è vero che tutto è dipeso dalle figure genitoriali, posso solo dire che mi sono sentita spesso sottovalutata e non capita nei miei reali bisogni ma mi chiedo come sia possibile che questo possa creare ad una persona un danno permanente….anche noi vogliamo amare ed essere amati per quello che siamo, perché l’amore per noi deve essere sofferenza? Vorrei tanto essere capace di fidarmi e dare fiducia…
Raramente ho il tempo e la possibilità di dare un parere gratuito, ma nel tuo caso oggi mi sento di farlo perché per te è veramente importante intervenire ora.
La risposta sulla terapia di coppia è No in questo caso la terapia di coppia è rischiosa, se l’altro non avverte di essere in distonia col mondo esterno, perché la coppia è fatta da due elementi e se lui sente di non averne bisogno verrebbe solo per dimostrare che il problema non è lui.
Si perde tantissimo tempo.
La vostra sembra una coppia caratterizzata da una forte connotazione borderline isterica (la dinamica tra voi) alla quale potrebbero corrispondere tantissimi stili di personalità o tratti e poco importa.
Le etichette servono a poco, ma a descrivere qualcosa in linea generale, poi occorre riferirsi alla VOSTRA soggettività.
Da un punto di vista individuale, mi spiace confermarti che uno stile di attaccamento disfunzionale (insicuro ambivalente/evitante e nei casi peggiori disorganizzato), un’educazione sociale in un contesto che non fornisce altre risorse unito a predisposizioni temperamentali e genetiche può’ assolutamente determinare un disturbo di personalità che altro non è – in termini semplici – che RIGIDITÀ’ DEL CARATTERE tale da compromettere il funzionamento delle relazioni o in generale l’adattamento del soggetto nel suo contesto (famiglia, lavoro..etc).
In questi casi ci sentiamo attratti dai nostri simili, ma nulla è più sbagliato perché due persone iraconde, impulsive, danneggiate disregolate a livelli differenti – insieme possono o guarire o autodistruggersi e soprattutto distruggere l’altro (marito moglie figlio) nel tentativo disperato di difendere se stessi.
Per lei è assolutamente urgente una terapia individuale.
Se ne freghi se lui non ci viene.
Il vostro problema è individuale e poi di coppia, ma quello di coppia è secondario e attribuibile a quello individuale.
Ti aspetto qui a studio o a distanza.
Non rispondermi se è per dire che non puoi.
Volere è potere e su articoli consigli amici etc confronti, non troverai soluzione e non la trovi neanche nell’auto-diagnosi nella quale sei bravissima o nella razionalizzazione di ciò che sta accadendo.
Un abbraccio
Una domanda fondamentale: se queste persone che seminano dolore e disperazione nelle persone che gli vivono accanto, fossero state curate da uno psicogo quando erano piccole si sarebbe potuto evitare il crollo di tante vite, di tanti sogni? Si sarebbe potuta evitare tanta disperazione, soprattutto ai bambini che in questo inferno di famiglie si trovano imprigionati?
Si potrebbe essere un fattore di protezione in linea con i fattori di resilienza soggettivi.
Buongiorno
Non posso che ringraziarla.
LeggerLa e leggervi mi ha dato la consapevolezza e sopratutto le risposte di cui avevo bisogno.
Esco (?) da una relazione con una lei. Magnifica all’inizio…un “amore” intenso, pieno di attenzioni. La sensazione di essere un Dio per lei…con situazioni comunque strane che poi sono sfociate nei sintomi descritti.
Una costante paura di essere abbandonata, sfoghi d’ira, manie e poi…silenzi.
Ritorni e ancora silenzi.
Il bianco o nero, nessun compromesso. Mai.
Manipolatrice all’ennesima potenza.
Davvero, credevo di impazzire. Mai avrei pensato che la personalità potesse avere “sviluppi” con queste caratteristiche.
Ho scritto esco con un punto di domanda perché sono certo che mi ricontatterà, ma la mia decisione di non continuare più è presa.
Qui ne va della mia salute.
È stato devastante. Il mio equilibrio è stato davvero messo a dura prova.
Grazie ancora.
Tre anni… di follia. Nel frattempo ho perso casa e lavoro. Ma ho chiuso. Per rinascere è l'”unica dolorosa strada da intraprendere…
Purtroppo non ci sono servizi di sostegno per chi convive con queste persone, parenti, amici, etc.
E’ straziante.
Salve dottoressa, grazie infinite per il tempo che dedica a rispondere. Ho avuto una relazione durata 2 anni e mezzo, mi ritrovo perfettamente nella descrizione sopra di come il mio partner si comporta. ,nell ultimo periodo mi sono reso conto che era in fastidio pure a farsi accarezzare o toccare da me, e dopo un litigio, mi ha confessato di provare questo profondo malessere, che nel periodo di natale passato con i suoi genitori si è pure tagliato dopo anni che non lo faceva. Lui si è perfettamente reso conto del suo problema si è preso colpa per tutte le volte che abbiamo litigato dicendo che era per il suo umore, e che per il mio bene lo dovrei lasciare andare, e lasciarlo lavorare da solo a questo suo problema. Ora è una settimana che non ci sentiamo, secondo lei è giusto che lo ricontatti per dimostrargli che lo amo e non lo voglio lasciare andare? Oppure ne soffrirebbe ancora di piu vedendo quanto sono disperato?? Lo devo dimenticare e lasciare che si curi in terapia? Spero mi possa dare un aiuto. Io lo amo e sto malissimo senza di lui
Salve dottoressa, un mio caro amico si trova in questa situazione. Da vent’anni è sposato con una borderline, hanno due figlie. Lui dice di amarla tantissimo, ma si è concesso una distrazione con un’altra donna, per poi pentirsene quando la moglie ha scoperto, dice di voler salvare il matrimonio e che quella di sua moglie è solo depressione per i troppi problemi!
Lei gli impedisce di avere una vita sua, non può avere amici, non può partecipare a cene o pranzi con i colleghi, non può uscire o andare a praticare sport senza di lei. Lei ogni tanto minaccia di suicidarsi e lui si sente in colpa, dice che sua moglie è così perché lui non si comporta bene. Come poter aiutare questo mio amico?
Non riesco a fargli capire che deve salvarsi, per il bene suo e delle bambine!
Buongiorno dottoressa,
Il mio compagno ha sintomi che corrispondono a quelli da lei descritti. Non so se sia questo il mio caso.
So che ciclicamente vengo criticata per non essere abbastanza amorevole, accusata di altre distrazioni con altre persone, completamente inventate, si offende facilmente, permalosita’ e bisogno continuo di conferme da parte mia, ma per quanto sia presente non basta mai. È come se avesse in mente un progetto di quello che dovrei essere e fare per lui, ma non arrivo mai a tanto. La sua delusione sfocia in arrabbiature, ostilità, aggressività e allontanamenti.
Musi e periodi di silenzio.
Per poter parlare con lui devo sempre io andarlo a cercare con molta fatica chiedendo io scusa,senza mai riceverne una.
Ho pensato a narcisismo, ma leggendo le Sue parole potrebbe essere anche un border.
Io ho capito che non posso aiutarlo.
Soffro e basta.
Grazie
Buongiorno dottoressa,
Ho ritrovato, almeno in parte, mia moglie in tale descrizione…
Lei è prima stata considerata depressa, poi bipolare, ora leggendo il suo articolo vedo tanti riferimenti che mi pare colgano il suo essere negli ultimi mesi… Potrebbe essere?
Lei è in cura da psichiatra e psicologo, sarebbe utile segnalarlo?
Io sono devastato dalla situazione (abbiamo due bambine) e non so più cosa fare e come comportarmi…
Grazie
Salve dottoressa ,ho mia figlia diagnosticato di disturbo borderline di personalità,e da tre anni e in cura con la Quetiapina e aripiprazolo e da queste anno con il Resilient, e con tutta queste medicine non ha migliorato, fa psicoterapia ma non è costante,,penso che le medicine non fanno niente spesso ha sbalzi di umore,e a scuola non va bene, non ha voglia di studiare e si butta a fumare spinelli e bere alcohol e si taglia quando sta molto male , quizá se un giorno può guarire perché ci vive male lei e noi genitori,non vedo miglioramenti.
Salve ho letto il suo articolo,e perché mi sono sentita in quello che ha riportato, l’ho riletto e salvato.
Posso chiederle dei consigli?
puo’ prenotare una consulenza online o mail, https://www.silviamichelini.com sezione consulenza