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Chi è un Borderline

Si sente spesso parlare di soggetti “borderline”, condotte border, atteggiamenti border, funzionamenti border, amori border, ma che vuol dire “borderline”?.

Diciamo che “borderline” significa linea di confine, è un termine che sta ad indicare un limite ed è molto usato – anzi spesso abusato – in ambito psichiatrico.

In psicologia il termine borderline può indicare sia un disturbo di personalità specifico (Border Personality Disorder) che un aggettivo per valutare il livello di gravità di un disturbo di personalità in generale “borderlineness” ossia un funzionamento psicologico “al limite” che  può riguardare qualsiasi disturbo di personalità (esempio personalità paranoide con un funzionamento borderline) e che in genere è legato all’utilizzo da parte della persona, di difese (meccanismi di difesa) molto primitivi come la scissione, la negazione, l’identificazione proiettiva.

In questo articolo ci occuperemo di descrivere il funzionamento psicologico di una persona affetta da BPD all’interno di una relazione di coppia e di come sia difficile per chi ci si trova distaccarsene.

Le persone affette da BPD (con maggiore frequenza  donne  ) sono caratterizzate da una marcata instabilità emotiva, tendenze autodistruttive, frequenti alterazioni dell’umore e del comportamento (reazioni o visioni estreme bianco/nero), spesso conseguenti a repentini cambiamenti nella visione del mondo e degli altri, soprattutto delle persone che li amano (partner) e/o che si prendono cura di loro (genitori, terapeuti, etc…).

Le idee di queste persone rispetto alla vita, al mondo e alle persone sono generalmente estreme e dicotomiche o bianco o nero; nel mondo interiore del border non ci sono sfumature.

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I border vivono al limite, sono acrobati in precario equilibrio su un filo di rasoio, sempre sull’orlo di una crisi e chi li ama sa bene che stare con loro è come camminare sui gusci delle uova, non sai mai quando quello che tu dirai o farai, genererà in loro una crisi di rabbia o li farà temere o minacciare un abbandono.

Un  border sono abili nel giocare con i propri limiti e quelli altrui e quasi sempre sono persone distruttive sia in modo diretto che indiretto (svalutazioni, offese, scatti di ira, pretese, imposizioni, omissioni, musi, vendette..etc) e autodistruttive (automutilazioni, assunzione di droga, condotte pericolose, promiscuità sessuale, tendenza a ritrovarsi in situazioni pericolose e rischiose); loro cercano di distaccarsi emotivamente dal vuoto interiore che sentono attraverso le condotte autodistruttive perchè il rischio li fa sentire vivi e spesso li mette nella condizione di essere salvati e quindi di avere da parte dlele persone intorno a se, le conferme di attaccamento che inconsciamente desiderano.

I border non hanno un’immagine stabile di se stessi.

E’ come fossero sempre in pezzi.

I pezzi del loro Se inoltre, sono in costante conflitto; da un lato c’è il bambino interiore, arrabbiato, confuso, richiedente e solo che è stato spesso vittima di gravi abusi e maltrattamenti, dall’altro un genitore punitivo, che biasima, critica e svaluta il bambino interiore e poi c’è anche un adulto cinico, che congela le emozioni che il bambino si permette di vivere e che si distacca dalle emozioni mostrandosi come un anaffettivo, con l’idea di proteggere il bambino vulnerabile e solo che ha dentro.

Il border proietta queste parti scisse e inaccettabili del Se sugli altri, sul partner o su qualsiasi “oggetto” persona che si presti ad accoglierle per stile di personalità o perchè la situazione lo permette e poi le combattono come nemici invisibili, attribuendo agli altri o alle situazioni la colpa delle loro reazioni. (“sono arrabbiata con te perchè tu sei stato manchevole con me/aggressivo” etc.. in realtà è proprio il border a proiettare e a contagiare l’altro con i sentimenti che prova per poi combatterli, perchè solo proiettandoli all’esterno riesce a gestirli – identificazione proiettiva: l’altro diviene colui che agisce i sentimenti dell’altro, senza rendersene conto).

I border sono manipolatori, spesso bugiardi, perchè hanno imparato che per ottenere quello che vogliono devono barare o fingersi quello che non sono, perchè non è stata data loro l’opportunità di scoprirlo e di base loro sentono di essere indegni di amore.

I border ritengono – e spesso a ragione –  di aver subito una deprivazione di cure adeguate nell’infanzia e di conseguenza sono arrabbiati, si sentono vuoti e in diritto di chiedere, ricevere e pretendere accudimento. Come risultato, sono sempre alla ricerca di attenzione e la loro ricerca di attenzione travalica ogni regola di correttezza sia su un piano morale che etico.

I border sono spesso infedeli, promiscui, ribelli, traditori e sfuggenti.

Non possono sfuggire ai loro desideri.

In generale, qualunque personalità che funzioni ad un livello border è associata ad un bambino abusato, deprivato, svalutato, abbandonato e collerico, che da adulto, si porta dietro quel vuoto incolmabile. Una voragine senza fondo, che nessuna prova, che nessun nettare, che nessun amore potrà mai colmare.

Moltissime delle comuni nevrosi e dei disturbi di personalità, che si manifestano in ambito relazionale o sociale sono collegati a schemi di relazione disfunzionali acquisiti nella prima infanzia.

Il border ha registrato nella sua memoria che nessuno lo ama, che non ci si può fidare di chi si ama, perchè spesso è proprio quella persona che dovrebbe accudirci ed amarci a farci del male; i border sono spesso figli di genitori a loro volta affettivamente disturbati o abusati, che si sono presi cura di loro in modo inconstante, imprevedibile, inadeguato o lo hanno fatto per poi rinfacciarglielo, attraverso modalità  di relazione “paradossali” in cui alternavano momenti di amore a momenti di intensa rabbia (esempio una mamma tenera e carina prepara la pappa a suo figlio e un minuto dopo se si sporca ha una crisi di rabbia e gli urla contro che è un bambino cattivo che fa arrabbiare mamma e che quindi non merita quel pasto, lasciandolo senza cena).

Nei casi più gravi i border sono stati abbandonati o maltrattati sia psicologicamente che fisicamente, hanno assistito a violente liti tra genitori o sono stati sessualmente abusati da loro. Per questo i border sviluppano uno stile di attaccamento ambivalente o disorganizzato  (ti amo e ti odio, ho bisogno di te, ma sapendo che tu non sei disponibile, non sei buono, non meriti fiducia, non sei stabile o una base affettiva sicura io sono frustrato nel dover chiedere, nel sentire ancora e ancora quell’esigenza a rivolgermi a te in quanto madre/padre e quindi se tu mi dai io devo rifiutare il tuo amore per affermare me stesso e quindi devo distruggerti, devo odiarti per salvare me).

Per un border amare significa farsi male, perchè ha imparato che le emozioni possono essere piume ma anche coltelli e che spesso chi ci ama li usa entrambi nello stesso momento.

I border trasportano questi schemi di relazione deprivanti, abusanti, evitanti e ambivalenti nelle relazioni di coppia in età adulta.

Perché siamo attratti da un soggetto Borderline

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Chi non subirebbe il fascino di una bellissima donna fragile in difficoltà che sa farti sentire speciale ed unico, che pende dalle tue labbra, che sa guardarti dentro come nessuno mai, che sa usare il suo corpo e la sua sessualità come armi? Chi non si innamorerebbe di chi sa sognare, di chi vive la vita attimo per attimo, di chi sa toglierti il fiato con un sorriso e chi non perderebbe la testa per un bellissimo tenebroso e misterioso ragazzo controverso, per un artista, un musicista, un poeta, chi non sentirebbe di voler salvare un’anima spezzata, di riabilitarla, di aiutarla a volare? dopotutto chiedono solo amore! e con l’amore ogni ferita può guarire.

L’amore è la medicina per ogni malattia.

Certo.. a meno che per qualcuno non sia proprio l’amore la medicina che lo cura e nel contempo la malattia mortale da curare.

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I border hanno questa visione dell’amore: lo necessitano, lo chiedono, ma se lo ricevono si sentono in colpa e devono distruggere il legame e la persona che asserisce di amarli, perchè non è possibile che loro siano degni di amore e che al mondo possa esistere qualcuno capace di amare gli altri.

I border sanno trascinare l’altro in un vortice di emozioni intense e spesso i loro amori iniziano in modo travolgente, passionale e romantico.

Quando i soggetti con personalità borderline si sentono amati o vedono la possibilità di sentirsi amati si mostrano fragili, distaccati, diffidenti e appaiono persone bisognose di cure, attenzioni, ma quando si legano ad una persona che si mostra in grado di accoglierli emotivamente ed affettivamente (che sia un partner, un amico, un medico..)  iniziano a temere l’abbandono, sia reale che immaginario e a comportarsi come se l’altro lo stesse abbandonando, ecco quindi che il loro umore cambia sensibilmente ed esplode la rabbia intensa e feroce. Insieme alla rabbia cambia in modo drastico e repentino anche la visione che il border ha di se stesso e degli altri ed ecco che il/la suo/a amante salvatore/salvatrice diviene immediatamente un bastardo e cinico traditore che vuole lasciarla/o.

Un border non conosce vie di mezzo, se si sente solo o teme l’abbandono, perde completamente la razionalità e diventa gravemente impulsivo, perde lucidità fino a credere che qualcosa che teme sia realmente accaduto (paranoie, deliri..).

TU MI AMI E IO DEVO DISTRUGGERTI/DISTRUGGERMI

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I border riservano a coloro che li amano gli attacchi più crudeli, perchè paradossalmente più sono felici e si sentono amati, più hanno paura.

Odiano in primis se stessi, per cui non possono accettare che qualcuno li ami e per questo se vivono una relazione stabile (raramente ci riescono) questa è perennemente messa a repentaglio dai loro continui attacchi al legame e dall’ossessività con cui si concentrano sul partner e sulle sue mancanze nei loro confronti.

Chi li ama, deve superare costantemente delle prove e deve amarli così come sono, nel loro lato peggiore, deve dare continua prova di fiducia e per questo la relazione di coppia è costantemente minacciata dai loro attacchi distruttivi; il border vede l’amore come qualcosa di cui non ci si può fidare, ma nel contempo, se l’altro lo vuole lasciare, sfinito dalla sua distruttività, si accanisce ferocemente per non essere abbandonato.

Per poter tenere il legame sotto costante accusa, i border si concentrano sui lati negativi del partner accusandolo costantemente di mancanze affettive oppure interpretano eventi e comportamenti in modo distorto, attribuendo agli altri intenzioni malevole e nel frattempo si mantegono sulla difensiva attaccando prima di essere attaccati, ferendo l’altro prima che l’altro ferisca te.

I border non si fidano di nessuno, in primis di chi li ama e li accudisce.

Sono sensibili, ad un livello estremo, sognano un amore idilliaco e simbiotico, ma se lo vivessero si sentirebbero soffocare e quindi sono in perenne conflitto tra essere fagocitati o scappare.

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Hanno un grande vuoto, una ferita inguaribile, ma quando si sentono amati si rendono conto paradossalmente di quanto questa voragine sia enorme, ricevere amore diviene per loro necessario, ma nello stesso tempo doloroso e per questo sono sempre in collera e pronti  a ferire l’altro.

L’amore che ricevono non è mai sufficiente, non si è mai fatto abbastanza per loro.

C’è sempre bisogno di avere qualcuno o qualcosa in più; la loro fame è inesauribile, di persone, di emozioni, di vita, di cibo, di esperienze.

La relazione con un border è una relazione intensa, emozionante, ma spesso distruttiva e pericolosa, che lascia l’altro partner svuotato, impotente di fronte ai continui attacchi del partner.

I border minacciano costantemente il legame per distruggerlo, ma anche per metterlo “alla prova” e quando questo accade, la loro rabbia distruttiva si riversa sull’oggetto d’amore perduto, che nell’esatto momento in cui si libera, diviene la conferma delle sue paure. “Ho cercato l’abbandono e tu me l’hai dato, per questo io ti odio, non hai superato la prova d’amore più grande, non sei la “madre totalmente buona e infaticabile” di cui io avevo bisogno, non sei la persona che mi ha aiutato a riscattarmi delle ferite della vita, sebbene lo avevi promesso, sei un traditore, non sei restato nonostante tutto, ma io ho bisogno di te e devo riaverti, a costo di distruggere la mia vita e la tua“.

USCIRE DALLA RELAZIONE CON UN BORDER GRAVE.

I border sono autodistruttivi e dopo la fine di una relazione emergono in loro anche tratti ossessivi e persecutori.

Non si arrendono e continuano ad accusare l’ex partner, alternano momenti di odio e disprezzo ad altri di disperata ricerca di riconciliazione. Spesso minacciano la loro incolumità (suicidio) oppure quella del partner.

Per questose ci si trova in una relazione così distruttiva è consigliabile rivolgersi a un terapeuta per cercare di uscirne in modo indolore sia per il partner “sano” che per il border.

L’ideale sarebbe che lentamente il border si distacchi in modo che non si senta abbandonato drasticamente e/o che possa attribuire la fine della relazione a cause esterne o che sia lui/lei stessa in primis a volerla interrompere.

In ogni caso se siete in relazione con un border grave o siete un border e volete cercare di uscire da questa spirale emotiva distruttiva, migliorare la vostra capacità di relazionarvi, rivolgetevi con estrema urgenza a uno psicoterapeuta di zona.
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Dottoressa Silvia Michelini

psicologiadicoppia.net

www.silviamichelini.com