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Genitori Narcisisti e Invischiamento familiare: come ritrovare te stesso e abbandonare i sensi di colpa

Dedicato a Chiara N.

Scritto ascoltando: James Senese Viecchie, Mugliere, muorte e criature (Napoli Centrale).

Si parla di invischiamento diadico o familiare quando i genitori narcisisti, oltrepassano i confini personali di un figlio (o altro parente) attraverso degli schemi di relazione disfunzionali. Questo concetto è stato definito dallo psicoterapeuta familiare Salvador Minuchin.

genitore che passa i confini del figlio

Le radici dell’invischiamento possono essere ricondotte ad un sistema familiare di stampo collusivo nel quale i genitori narcisisti si identificano in modo patologico coi loro figli, tramandando questo schema di generazione in generazione. L’individualità del figlio viene totalmente disconosciuta se non in relazione alle volontà del genitore che lo/la considera una mera estensione di sé stesso.

All’interno di questa dinamica, i confini sono sfocati e possono persino essere considerati indesiderabili; per questo il genitore può arrivare a percepire il figlio come un suo artoo, scoraggiando ogni arto, pensiero o emozione che tenda all’autonomia o all’individuazione.

I confini sani in una relazione sono quelli all’interno dei quali possiamo considerare l’altro dotato di una sua autonomia di pensiero, sentimento e comportamento. I genitori narcisisti avvertono la libera iniziativa come un pericolo per il loro controllo ossessivo e il loro predominio, pertanto tendono a sopprimere e reprimere ogni tentativo del figlio di affermare sé stesso sull’ambiente circostante.

In una relazione di questo tipo, il genitore (un domani il partner) si sentirà in diritto di controllare l’altro, i suoi pensieri, i suoi sentimenti opinioni e comportamenti.

genitori narcisisti Questa dinamica determina nei figli un costante e patologico senso di colpa.

Un genitore narcisista ti “addestra” a sentirti dipendente da lui/lei: se non pensi, ti muovi, ti emozioni come vuole lui/lei o non condividi interamente la sua volontà, le sue opinioni (sempre negative) sugli altri o non concordi sul fatto che lei/lui sia la persona migliore del mondo nonché la vittima indiscussa di secolari torti familiari da cui devi riscattarlo/a, se non combatti le sue battaglie e quindi non ti inglobi totalmente in lui/lei, ti abbandonerà o si verificherà qualche misteriosa catastrofe e tu non sopravvivrai.

Tu non puoi vivere senza di me. Beh… sappiate che è il contrario esatto, ma la paura del genitore narcisista di restare solo/a, lo/la porta a manipolarti istintivamente e a controllarti per non rischiare un grado di “separazione” che possa metterlo/a di fronte a se stesso/a e alla sua povertà interiore. Il genitore invischiato reagisce negativamente se il figlio/figlia manifesta un’autonomia e lo/la convince che queste iniziative sono irrispettose, immorali, ingiuste, che danneggeranno lui/lei, la relazione oppure l’equilibrio familiare, costringendo il figlio/la figlia ad una vita di ricatti morali impliciti.

I figli non riescono più a distinguere i loro pensieri ed emozioni da quelle/i dei genitori narcisisti, devono lottare per il genitore, pensarla come lui/lei per non perderlo/a e quindi agirne e assorbirne il dolore emotivo. Questi bambini imparano ad INTUIRE ED ANTICIPARE I BISOGNI DEL GENITORE NARCISISTA e a mettere da parte i loro. Si allenano ad allargare patologicamente i loro confini psicologici, affettivi, fisici e spesso anche sessuali. Il genitore narcisista non ha paura di ammettere che sia naturale pretendere che se lui/lei ha sofferto per qualcosa il figlio/figlia debba spalleggiarlo/a, senza se e senza ma. Ho lavorato con una persona a cui venne presentato il conto economico dei pannolini che aveva usato da parte della madre, con l’obiettivo di colpevolizzarla e farle pesare quanta fosse stata la fatica che aveva dovuto fare per crescerla. A volte la dinamica è palese, altre volte sottile, ma il risultato non cambia. Si tratta di una relazione ricattatoria, ingiusta e PARASSITARIA, che se non sanata può divenire il terreno per future relazioni disfunzionali in ambito di coppia.

Il bambino che cresce in un contesto narcisistico viene privato del diritto di esistere (se non quale riflesso del genitore) e di crescere sviluppando la sua autonomia e personale talento. La sua autostima è minata dal potenziale ricatto abbandonico del genitore controllante e invischiato. Per questo se la mamma o il papà sono arrabbiati, significa che devo fare qualcosa, che sono responsabile per il loro stato d’animo. È in questo preciso istante che iniziamo a funzionare come TERMOMETRI E STABILIZZATORI D’UMORE dei nostri genitori e un domani verremmo usati per la stessa funzione da amici o partner parassitari o semplicemente ci metteremo in quella posizione per essere abusati, perché l’abuso è l’unica forma di amore che conosciamo.

genitori narcisisti

Il genitore invischiato allena ed educa il figlio a riferirsi agli altri per avere conferme del suo valore, per questo nel futuro è probabile che questo schema di autosacrificio estremo si tramuti in masochismo relazionale. L’amore CONDIZIONATO E CONFEZIONATO. Peccato che non ci arriverai mai a quell’amore perché la persona che stai servendo, che stai adulando e che ti ha illuso di amarti… amore per te non ne ha. Non è capace di provarne se non per sé stesso/stesso/sé stessa e quella vana speranza che per ruolo, maturazione o età, possa finalmente accorgersi che tu non sei un suo braccio, ma una persona dotata di una tua identità è VANA. E’ un bluff…. Ti controllano perché devono succhiare non perché ti amano. O meglio… ti amano a modo loro e cioè MALATO.

CONSIGLI PER METTERE CONFINI CON UN GENITORE NARCISISTA E INTRUSIVO Impara a centrarti e a contare solo su te stesso/a: inizia a permetterti di sentire come stai, cosa provi e cosa pensi. Prendi le decisioni sulla base dei tuoi interessi senza avere paura delle reazioni emotive o comportamentali (reali o immaginate) del tuo genitore narcisista. Se si arrabbia, sono problemi suoi. Non accettare regali o favori quando sei in difficoltà: questa è la parte più difficile… viene naturale appoggiarsi a un genitore emotivamente o a livello pratico quando siamo in difficoltà. Il genitore narcisista tuttavia, vede questa come una falla del sistema in cui inserirsi per poi rinfacciarti l’aiuto e torturarti a vita con sensi di colpa e ricatti. Stabilisci dei confini: ciò implica smettere di sentirsi responsabili per la vita dei propri genitori e per i loro malumori o malesseri. Impara a gestire i tuoi spazi e a pretendere che vengano rispettati. Soggetto vs oggetto: inizia a dare valore a te stesso sulla base di come sei e non di come ti giudicano gli altri. L’attribuzione del tuo valore non può dipendere dal giudizio esterno e da quello che ottieni, ma da chi sei. Se le persone ti amano “solo se” allora non amano te ma una loro esigenza di feticcio idealistico.

Inizia un percorso terapeutico teso alla rigenitorializzazione: ogni volta che ti trovi a provare emozioni condizionate o ad agire in modo automatico e auto-distruttivo, fermati e cerca di capire cosa il tuo bambino interiore chiede o necessita per crescere e per emergere.

Fai attenzione alla salute fisica: chi è abituato/a mettere da parte sé stesso, tende a somatizzare perché non è in contatto con le sue emozioni e non riconosce i suoi limiti fisici. I figli abusati soffocano ogni emozione o necessità fisica in funzione di vari obiettivi tesi spesso a impressionare sé stessi o gli altri, per “brillare” a tal punto da essere visti. Ricordatevi che brillerete da soli/e fino a bruciare. Non vi vedono perché sono ciechi, non perché voi non brillate…, ma dato che non vogliono si sappia… vi convincono che siete voi ad avere qualcosina che non va.

Fai attenzione ai sensi di colpa: se sei stato/a cresciuto/a da un genitore narcisista certamente ti sentirai in dovere di scattare ogni volta che qualcuno è in difficoltà o a sentirti più responsabile del dovuto. Osserva ed accetta questi sentimenti senza necessariamente agirli.

Se sei cresciuto in un contesto come questo, puoi ipotizzare un percorso teso alla consapevolezza e alla rigenitorializzazione.

Dottoressa Silvia Michelini