Dott.ssa Silvia Michelini     psicologiacoppia@gmail.com
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LA GESTIONE DEI FIGLI CON UN EX PARTNER NARCISISTA: TRA SENSI DI COLPA E ALIENAZIONE PARENTALE

Articolo scritto ascoltando: Hey You – Pink Floyd DON’T GIVE IN WITHOUT A FIGHT

Questo articolo è dedicato a tutti i miei pazienti, (uomini e donne) che hanno avuto dei figli con partner narcisisti e che ogni giorno si battono con onore e umiltà, superando grandi ostacoli, ingoiando provocazioni e torti, portando avanti il loro compito di genitore con perseveranza, compiendo sacrifici e rinunce, impegnandosi in lunghe terapie e lottando fino allo sfinimento fisico ed economico per i loro diritti e quelli dei loro figli.

I rapporti familiari appartengono ad un piano a cui non si applicano le regole comuni di giudizio e condotta. Sono un labirinto di tensioni, litigi e riconciliazioni, la cui logica contraddice sé stessa, la cui etica ha radici in una giungla accogliente, e i cui valori e criteri sono distorti contro lo spazio curvo di un universo chiuso in se stesso.

È un universo saturato di ricordi- ma ricordi da cui non si è tratta alcuna lezione; saturato di un passato che non fornisce alcuna guida per il futuro. Poiché in questo universo, dopo ogni crisi e riconciliazione, il tempo ricomincia sempre da capo, e la storia è sempre all’ anno zero.” Koestler (1991) – Fonte AIPG Associazione Italiana Psicologia Giuridica

Cosa succede se si hanno dei figli con un/una persona affetta da DNP e non è possibile applicare il NO CONTACT?

Quante volte, molti di voi evitano di separarsi per paura di lasciare i figli da soli con loro, lontani dal vostro controllo amorevole, ma spesso anche necessario?

Le domande che più spesso ci si pone sono: come farò a crescere un figlio con un partner o ex partner narcisista? Come potrò dar loro l’esempio di cosa sia veramente una coppia e un genitore valido?

Eh sì! partner o EX partner cambia poco, perché i narcisisti di base non saranno buoni genitori né all’interno della famiglia, né da separati. Certamente la situazione cambia in base al livello di gravità della personalità oppure al tipo di personalità (se siamo dinnanzi a un overt o un covert o a un mix di questi tratti e a che livello di patologia).

In generale per i narcisisti, i figli sono estensioni egoiche, oggetti da reclamare, che devono confermare la loro grandiosità oppure banalmente “strumenti” per proseguire a mantenere un controllo sull’ex coniuge o nei casi peggiori fonti di approvvigionamento emotivo (li trattano come fidanzatini/e, fratelli/sorelle maggiori/minori o genitori sostitutivi).

Generalmente i narcisisti mantengono con la società una “doppia faccia”: fuori casa sono amorevoli e si vantano dei loro figli, mentre in casa cambiano atteggiamento e si rivelano spesso assenti, distratti, intrusivi, controllanti, severi, anaffettivi ma sempre e comunque ansiosi infantili ed egocentrici.

Per questo è sempre molto difficile stanare la loro ambivalenza e far cadere la loro maschera. Sono persone che soffrono, ma il loro disturbo fa anche soffrire gli altri, per questo ci si concentra sui figli e sulle conseguenze che i loro comportamenti patogeni possono avere sul partner co-dipendente e sui figli.

I genitori narcisisti allevano i figli alla dipendenza affettiva confondendoli con le loro assenze e le loro strategie di seduzione, sedandoli con oggetti, regali e gesti di grande impatto, ma privi di reale sostanza ed allenandoli cosi alla dissonanza cognitiva. “in fondo ci vuole bene… è fatto così… ha sofferto da piccolo… bisogna capirlo…però è anche buono…”, “. mamma è anaffettiva perché nessuno l’ha mai amata ha sofferto è sola, dobbiamo fare qualcosa per lei, come fa senza di noi? Lei si sacrifica ogni giorno” …

I figli dei narcisisti portano sulle spalle la croce del dramma o del trauma familiare. E i sensi di colpa sono i chiodi che la tengono ben salda. Il genitore narcisista è quello che regala la macchina ai figli, ma non c’è a Natale e se c’è li tratta male, che oggi li definisce “una disgrazia” e domani “il suo più grande dono”, ma in modo subdolo e viscido gli rimanderà sempre quella sensazione di essere “un peso”, un fardello pesante e noioso: “tu sei il motivo della mia insoddisfazione ed infelicità” oppure “sei l’unico motivo della mia felicità”.

Il genitore narcisista è quello/a che è invidioso dei figli per questo devasta la loro autostima e si mette sempre al loro livello in modo competitivo più o meno diretto.

Il senso è: senza di me (o qualcuno) non puoi farcela e dato che mi devi la vita, inizia a pagare… anche se sarai sempre in debito…. Se il rancore verso l’ex partner è alto, il genitore narcisista vedrà in parte quel figlio come “la disgrazia che lo/la lega a quella persona” oppure “l’unico motivo per cui vive e l’unica cosa bella che gli ha lasciato”, ma in entrambi i casi i figli pagano le conseguenze.

Ecco perché molto spesso, piuttosto che separarsi e decidere o meno per la “condanna a morte di una famiglia”, il partner co-dipendente tende a rinforzare il suo masochismo relazionale in nome del “mantenimento della famiglia” o per “paura di togliere il figlio al padre/madre”; di base però non fa altro che permanere nell’invischiamento narcisistico dando ai figli un esempio dei legami come “torturanti, persecutori e altamente tossici” oltre a trasmettere un’immagine di se stesso come fragile ed impotente. Se consideriamo che nei casi di collusione narcisistica il partner co-dipendente è il filtro di tutta l’energia negativa e il bersaglio di ogni colpa da parte del/della narcisista, resta facile capire perché nonostante l’infelicità molte persone restano letteralmente “frizzate” o “paralizzate” in matrimoni disfunzionali.

In questi sistemi familiari invischiati e disorganizzati i figli possono ricavare solo disagio, soprattutto se la coppia mantiene l’equilibrio attraverso un elevato livello di conflitto o se il partner co-dipendente ha perso completamente l’autostima e la bussola, sviluppando nel frattempo sindromi ansioso depressive associate all’abuso del partner, che di fatto la/lo distolgono dal poter sviluppare una genitorialità sana.

E allora chiediamoci: quanto è vero che “lo faccio per i figli” e quanto è vero invece che “non riesco a salvare i miei figli perché non riesco a salvare me”? I narcisisti vogliono stare al centro dell’attenzione e quindi in casa, si respira aria tesa (nei casi più fortunati), perché tutto gira intorno a sua maestà il/la bambino/a d’oro e non sto parlando dei figli. I figli dei narcisisti (se non si identificheranno con l’aggressore o con la vittima, in base al ruolo che assumeranno in famiglia) saranno certamente strumentalizzati in qualche modo. In linea generale sono “wise baby” bambini precocemente adultizzati costretti a fungere da mediatori, da “termostato” del livello di tensione ansia e/o aggressività in casa”, essendo privati di fatto del loro diritto ad essere bambini.

I figli dei narcisisti sono quelli che non fanno casino per non irritare papà o mamma oppure che imitano il genitore narcisista per non soccombere o che ancora si occupano dei fratelli o sorelle che vengono presi maggiormente di mira come capri espiatori.

Molto spesso divengono “partner affettivi sostitutivi dei loro genitori”, soprattutto del genitore verso cui nutrono più ansie (narcisista dominante) oppure verso quello più depresso (co-dipendente).

Una cosa è certa, se il livello di conflitto è alto (e parliamo sempre di casi di gravità medio-bassa) la soluzione migliore è sempre separarsi, avvalendosi di una mediazione familiare e una terapia di coppia orientata alla risoluzione del conflitto, per evitare che questo venga trasposto sui figli dopo la separazione. Nei casi molto gravi occorre affidarsi a legali idonei e forze dell’ordine oltre che a psicologi specializzati.

È molto importante circondarsi di persone che VI CREDONO e che possono fornirvi reale sostegno con i figli. Troppo spesso dopo la separazione, spariscono tutti, sia perché quasi certamente sono stati triangolati nei conflitti, sia perché si tratta spesso dei familiari e/o degli amici dell’ex-coniuge; i narcisisti negli anni ti isolano, depauperano le risorse affettive e sociali dei loro partner, per questo le vittime sono quasi certamente candidate alla depressione, alla gestione di un ex-partner molto ostativo, il che limita anche la possibilità di uscire, distrarsi e creare una nuova rete di amici.

I genitori narcisisti collaborano poco sul piano pratico ed economico, (se non in modo strategico e seduttivo per fare bella figura) anzi se possono “fare il dispetto a quella/quello …… del mio ex marito/moglie” lo fanno senza considerare che le conseguenze si riversano sui figli e per questo nei primi tempi della separazione il partner co-dipendente affronta anche la vittimizzazione secondaria da parte di chi “fortunatamente” non capisce perché quella persona abbia esitato così a lungo e non riesca semplicemente a scrollarsi di dosso la faccenda. Il partner co-dipendente e genitore affidatario affronta un intenso periodo di stress, isolamento provando un senso profondo di solitudine che solo un legame disfunzionale basato sulla deprivazione e l’abuso psicologico (a volte anche fisico) può generare.

Se siete fortunati dopo qualche tempo, se il conflitto non sarà più “nutriente”, i narcisisti si rassegneranno (sempre che incontrino avvocati onesti) e le dinamiche saranno più gestibili (chiaramente nei casi di media-gravità); i casi più gravi divengono ahimè teatro di tribunali, con il coinvolgimento di terze figure professionali (psicologi CTU/CTP, assistenti sociali) e lunghi anni di battaglie legali, nelle quali se siete fortunati (e il partner narcisista ha poco denaro o un/una nuova partner), eviterà di giocare a lungo la carta dei ricorsi in giudiziale o della valutazione della salute mentale dell’ex coniuge.

In caso contrario, con la voglia ossessiva di punire l’ex partner, la boria, il protagonismo e la rivalsa, viene meno la tutela del minore in termini di estraneità dal conflitto di separazione, perché a quel punto la legge tutela il minore avviando tutta una serie di procedure legali e assistenziali molto lunghe e stancanti, nelle quali spesso i figli crescono assistendo di fatto alla prosecuzione del conflitto tra i due ex coniugi nei tribunali e pagandone pesanti conseguenze psicologiche.

In generale però se i figli sono affidati al partner più sano, nonostante il periodo di depressione e di necessaria guarigione che si dovrà affrontare, i figli beneficeranno di un ambiente meno teso per la maggior parte della settimana e potranno godere almeno di UN genitore adulto che li sostiene.

Il genitore narcisista (se non grave) a quel punto diventa una figura più marginale, non necessariamente meno pericolosa a livello psicologico e questo va valutato ad personam, adattando consigli e azioni al caso specifico.

Inutile la rabbia, il senso di rivalsa verso il partner narcisista. Voi non sapevate che dopo poco tempo dal matrimonio/convivenza o dopo la nascita dei figli questi aspetti patologici si sarebbero slatentizzati in modo così netto… non sapevate che anche voi alla lunga non avreste potuto resistere nella sopportazione dell’abuso narcisistico in nome dell’amore incondizionato.

I narcisisti sono persone che soffrono di un disturbo di personalità, dobbiamo “accettarlo” non viverlo come “una condanna”, “una punizione” oppure percepirli come persecutori limitandoci la possibilità di rinascere. Tanto del loro potere sta proprio nel fatto che voi non ce la farete e resterete sempre “danneggiati” da questa unione fallita “per colpa vostra” mentre loro si rifanno una vita o spendono soldi alla faccia vostra (non conta uomo o donna che sia). È solo un bluff… il vuoto, il dolore, restano e la loro è una condizione stabile, la vostra può migliorare.

E quanti pensieri di giudizio e di colpa abbiamo dentro? Quanti schemi masochistico sacrificali, stereotipi di genere e di ruolo subiamo? La brava donna deve comportarsi così, l’uomo vero fa così, non hai la mentalità della famiglia! l’amore è sofferenza e sopportazione! Quanta segregazione di genere troviamo nella cultura italiana? Per amore bisogna battersi… un vero marito/moglie fa funzionare le cose… le famiglie non si sfasciano… se il tuo partner si comporta così si vede che è anche colpa tua, … come faranno i bambini senza la madre/padre, … come faro ‘senza il sostegno del partner… te lo/la sei scelto/a e te lo/la tieni! etc… Quante volte queste paure, queste convinzioni sono rinforzate dai giudizi severi dei nostri genitori, di amici e parenti che pur in buona fede, non comprendono la situazione?

Quante volte questi genitori colludono con l’ex partner e si fanno triangolare?

Ecco perché nelle sedute mi sento spesso chiedere: come farò a crescere un figlio sano con un/una narcisista?

Non possiamo evitare ogni trauma, ogni sofferenza, non possiamo proseguire a celare questa verità dietro lacrime che versiamo in bagno, dietro all’auto-gaslighting che ci facciamo e la dissonanza cognitiva in cui stagniamo.

Una cosa però è evidente: un figlio a cui si garantisce con sforzo e impegno un ambiente affettivo più sano, lavorando su sé stessi, chiedendo aiuto ai terapisti, imparando a contro-manipolare e nei casi gravi affidandosi a legali esperti, si può ottenere la pace, almeno tra le quattro mura.

Occorre essere molto attenti ai confini e a non cadere nelle manipolazioni.

Mentirei se vi dicessi che non dovrete gestire le manipolazioni mentali che i narcisisti operano sui figli in modo diretto (overt/minacce etc) o indiretto (covert/vittimistico) anche e soprattutto in termini di alienazione parentale, ma con il tempo i figli sapranno valutare bene da soli. In altri casi capita approfittino del conflitto per colludere col genitore di turno sulla base delle loro esigenze personali, manipolando i genitori sui sensi di colpa (ripetendo lo schema affettivo che gli è stato propinato), ma in questo caso è perché si sono sentiti certamente da un lato viziati dal genitore narcisista e dall’altro controllati, colpevolizzati eccessivamente e/o poco amati dal co-dipendente depresso e rancoroso. Nulla su cui nella maggior parte die casi non si possa lavorare.

Per approfondimenti: Con l’espressione “alienazione parentale” ci si riferisce a quelle situazioni nelle quali è in atto un processo di rifiuto psicologico da parte di un figlio di uno dei due genitori per via dell’influenza dell’altro genitore. Si tratta di un meccanismo che tipicamente si verifica nel contesto di una separazione coniugale o di un divorzio, specialmente quando la conflittualità tra i due coniugi è molto accesa e ha per oggetto la custodia dei figli.

Lo psichiatra Richard Gardner ha per primo osservato questa dinamica familiare e l’ha posta all’attenzione della comunità scientifica nel 1985 definendola come una vera e propria “sindrome “che colpisce figli di genitori separati/divorziati (PAS, Parental Alienation Syndrome). Gardner osserva che la PAS sarebbe il risultato di una sorta di “lavaggio del cervello” dei figli da parte di uno dei due genitori (genitore alienante) nei confronti dell’altro genitore (genitore alienato) realizzato attraverso una campagna denigratoria fatta di astio, disprezzo e rabbia.

Tale campagna denigratoria avrebbe come risultato l’insorgere di sentimenti di paura, ostilità, rabbia e diffidenza dei figli nei confronti del genitore “alienato” con la possibile conseguenza di una rottura più o meno definitiva della relazione parentale. (https://www.milanopsicologo.it/separazione-coniugale-e-divorzio-la-sindrome-da-alienazione-parentale).