Dott.ssa Silvia Michelini     psicologiacoppia@gmail.com
Metodo Lei & Lui

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Perchè si litiga? Perchè litighiamo? Aspettative, Stereotipi, Delusioni, Ruoli.

Un aspetto importante nella coppia è la capacità di tollerare il contrasto/conflitto.

Una coppia equilibrata è una coppia che litiga, ma che sa litigare, cioè sa manifestare i propri dissensi in modo costruttivo, senza attendere che questi siano causa di celati rancori o frustrazione; in una coppia equlibrata ognuno dei partner non ha vergogna o timore di mostrarsi debole, deluso, triste o affranto per il comportamento dle partner. Non teme di restarne sconfitto o di perderne la sua stima, perchè si snete “accettato”.

Non ci sono lotte di potere o “aspettative”, ma un reale dialogo.

Le aspettative sono date da tutti quei comportamenti, atteggiamenti, stati mentali..etc.. che per educazione, personalità e/o cultura riteniamo l’Altro debba tenere in una certa situazione per soddisfare le nostre esigenze.

Qualora l’Altro non  assolva a questo celato compito, tendiamo a clasciar correre, covando però giorno per giorno frustrazione e risentimento, che inevitabilemnte esploderà in un momento di stress, lasciando l’Altro spiazzato ed inerme di fronte alla rabbia del partner.

Ogni aspettativa, spesso ha a che fare con gli stereotipi ed è accompagnata da idee e pensieri spesso negativi (Un uomo deve aiutare la propria donna a lavare i piatti, se non lo fa è perchè non mi rispetta, non mi stima, è+ un maschilista (ecco che ne deriva la tristezza e la rabbia).

Probabilmente se questa donna chiedesse tranquillamente al proprio partner di aiutarla, il conflitto terminerebbe.

“Ma io non devo chiedere, deve capire da solo”! (questo sarebbe idilliaco, ma anche illusorio, non è detto che un partner debba leggerci nella mente e che se non lo faccia stia  mentendo, per fare il furbo)!

I pensieri negativi e le aspettative variano in base alla cultura di appartenenza e all’educazione. Ogni famiglia infatti ha una sua personale modalità di educazione e questa deve potersi incontrare con quella del partner.

Accade spesso che alla donna (specialmente in Italia) sia data un’educazione alla pulizia della casa, mentre all’uomo no. Una volta sposata questa coppia litigherà su chi deve lavare i piatti e l’amore svanirà probabilmente  in una bolla di last al limone.

La coppia in questione dovrà rinegoziare le due modalità educative e crearne una nuova che si confaccia alle esigenze di entrambe e che verrà poi impartita ai figli, con la speranza che vi sia un sempre maggior rispetto e parità nei ruoli.

Uguali o Diversi?

Sentirsi accettato è fondamentale e ciò è dato dalla capacità di accogliere le differenze dell’altro come risorse.

La forza di una coppia sta nel considerare la diversità dell’Altro come una risorsa, una sfida e non come un limite.

La difficoltà sta nel riuscire a rimanere in equilibrio tra INCONTRARSI E SCONTRARSI:  “La capacità di gestire il conflitto all’interno di una relazione di coppia consiste proprio nella possibilità di oscillare alternativamente e senza essere giudicanti, tra queste due posizioni del gioco relazionale, ovvero la posizione “IN” (come espressione di consenso) e quella “CONTRO” (come espressione di dissenso, che non equivale a rifiuto o disconferma) allo scopo di creare veramente  un momento di confronto ovvero l’ “IN-CONTRO” (Santandrea, 2009).


Parlare o stare zitti? Essere sinceri o fare finta di nulla? Conflitto aperto o celato?

L’incontro, in cui ognuno “va verso” l’altro sia per manifestare disaccordo o consenso, è possibile solo se  i due riconoscono  apertamente che ci sono alcuni aspetti della propria relazione che generano disagio in uno dei due o in entrambi  e solo se riescono a  portarli alla luce per trovare veramente una soluzione.

I motivi che spingono i componenti della coppia a tenere questo conflitto coperto possono essere molteplici: a volte si pensa che, sollevando certe problematiche, possa rompersi l’equilibrio esistente, altre ancora si teme di generare reazioni esagerate che possano avere conseguenze spiacevoli.

Forse abbiamo paura di perdere l’altro o non ci è stato insegnato ad ammettere i nostri errori o a manifestare le nostre emozioni.

Motivazioni secondarie, ma non meno importanti! (in genere lotte di potere).

  • L’intromissione dei propri genitori o di altri membri della famiglia d’origine nella coppia (i miei hanno ragione e i tuoi no!);
  • La sessualità
  • La sensazione di disparità nei doveri connessi alla convivenza (scadenze,gestione della casa).
  • La sensazione di non ricevere il sostegno quando si viene attaccati da altre persone;
  • La percezione che l’altro non rispetti o non permetta che l’altro abbia dei propri  spazi individuali.
Tutti questi aspetti, rischiano di generare un malcontento che non viene espresso chiaramente e direttamente, ma che resta CELATO e traspare sotto altre forme o in altre vie durante le interazioni quotidiane, attraverso altri piccoli comportamenti ostili che contribuiscono a mal disporre l’altro, che si sente aggredito, trattato male o prevaricato senza conoscerne precisamente il motivo, quasi stesse subendo una cattiveria gratuita. Questa dinamica presuppone l’instaurarsi di un circolo vizioso per cui ognuno si sente legittimato ad essere scortese o brutale con l’altro, lacerando ancora di più il legame di coppia.
Lo psicologo statunitense John Gottman, dell’Università di Washington, dopo anni di ricerche  sulle relazioni di coppia, che hanno visto protagoniste numerosissime coppie americane, con differenti caratteristiche, è giunto alla conclusione che il problema non è il fatto di litigare ma il “come” si litiga. Egli individua   quattro aspetti relazionali della comunicazione che producono litigi fine a se stessi e affatto costruttivi:

1) la critica generalizzata che investe ogni azione fatta dall’altro. 2) il mettersi sulla difensiva ogni volta che l’altro fa un’osservazione e questo atteggiamento porta a negare ogni responsabilità nelle situazioni. 3) il disprezzo verso quanto dice o fa l’altro, espresso attraverso sarcasmo, derisione, scherno 4) il muro di gomma, ovvero il “finto sordo” che reagisce con indifferenza alle obiezioni mosse dal partner

Al contrario invece, le coppie stabili e affiatate, gestiscono i propri litigi accompagnandoli con  scuse, umorismo o gesti che rinsaldano l’armonia.