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Costellazioni Familiari: il metodo Hellinger tra terapia sistemica e mistificazioni moderne

Le Costellazioni Familiari Sistemiche, ideate da Bert Hellinger, sono un metodo psicologico e fenomenologico volto a portare alla luce i traumi, i legami irrisolti e le dinamiche inconsce che attraversano le generazioni di una famiglia. In psicologia clinica o sistemica parleremmo semplicemente di “genogramma” e di “trasmissione intergenerazionale del Trauma”. Le costellazioni familiari, il genogramma e il concetto di trasmissione intergenerazionale del trauma condividono una visione sistemica della psiche e dell’individuo, radicata nel contesto familiare e relazionale. Tutti e tre gli strumenti partono dal presupposto che i sintomi individuali non nascano nel vuoto, ma siano espressione di dinamiche familiari, spesso inconsce e antiche. Così come il genogramma e gli studi sul trauma intergenerazionale (es. lavori di Boszormenyi-Nagy, Bowen, Kaës, Fonagy o Van der Kolk) mostrano come eventi non elaborati vengano “passati” di generazione in generazione, le costellazioni familiari mirano a far emergere tali nodi nascosti, spesso attraverso ruoli inconsapevolmente assunti dal cliente. Nelle costellazioni si osservano “irretimenti”, cioè legami inconsci a membri della famiglia che possono condizionare scelte, sintomi o destini. Questo è affine al concetto di “lealtà familiare invisibile” o “patto familiare inconscio” teorizzato in psicoterapia sistemica, che anche il genogramma può evidenziare.

In tutte e tre le prospettive, un individuo può “ripetere” inconsciamente il trauma, il destino o il dolore di un antenato, come forma di fedeltà o tentativo di riparazione psichica non consapevole (coazione a ripetere). Il genogramma offre una rappresentazione grafica, le costellazioni una rappresentazione esperienziale e teatrale, ma entrambe hanno l’obiettivo di rendere visibile l’invisibile e facilitare la consapevolezza. In sintesi, pur con metodi diversi (clinico-grafico, psicodrammatico, narrativo), tutte queste pratiche si fondano sull’idea sistemica che “la sofferenza individuale è spesso l’eco di una sofferenza collettiva non risolta”. La teoria sistemica, sin dalle sue origini con Bowen e successivamente con Minuchin e la scuola di Milano, ha posto al centro del lavoro terapeutico la rete di relazioni familiari, il concetto di lealtà invisibile (Boszormenyi-Nagy) e le trasmissioni transgenerazionali implicite. Le costellazioni familiari — pur nate in un contesto para-clinico — intercettano, anche se con una struttura simbolica e fenomenologica, la stessa intuizione sistemica: ovvero che le dinamiche psichiche individuali sono profondamente radicate in schemi transgenerazionali irrisolti. Allo stesso modo, l’uso del genogramma permette di esplorare le alleanze, i segreti, le rotture e le identificazioni inconsce che si tramandano attraverso le generazioni, spesso veicolando traumi, lutti non elaborati e ruoli imposti.

In tutte queste prospettive, ciò che conta non è tanto “trovare colpevoli” nel passato, quanto portare alla luce le fedeltà invisibili che tengono bloccato il soggetto in un copione ripetitivo. La trasmissione intergenerazionale del trauma, ampiamente riconosciuta in letteratura clinica e psicoanalitica (Kaës, Kellermann), è oggi sempre più integrata anche nella pratica della terapia familiare: il sintomo, in quest’ottica, diventa la voce del sistema che chiede di essere ascoltato e trasformato. Le costellazioni, se condotte in contesti seri e con rigore etico, possono dunque affiancarsi ad approcci più strutturati, come strumenti evocativi utili per visualizzare ciò che nelle relazioni familiari è stato escluso, dimenticato o rimosso. Secondo Hellinger, ogni sistema familiare segue ordini profondi e impliciti: quando questi vengono infranti — a causa di esclusioni, colpe non riconosciute, morti traumatiche, abusi o segreti — il sistema tende a “compensare”, e lo fa spesso attraverso i discendenti, che possono inconsapevolmente portare il peso di eventi non vissuti in prima persona.

In una costellazione familiare, il cliente porta un tema, e il facilitatore dispone nello spazio alcuni rappresentanti (scelti tra i presenti o, in setting individuali, oggetti o simboli) per membri della famiglia. Attraverso il corpo, l’intuizione e il campo relazionale, emergono tensioni, posizioni, movimenti, sentimenti. Lo scopo non è “recitare” né interpretare, ma lasciar affiorare la memoria sistemica che abita le relazioni. La costellazione permette così una rielaborazione simbolica delle dinamiche familiari, a volte anche molto potenti sul piano emotivo, e può favorire processi di integrazione profonda. Per Hellinger, guarire significava ritrovare il posto giusto nel sistema, restituire dignità agli esclusi, interrompere identificazioni cieche, lasciare che l’amore fluisca senza sacrificio.

Non si trattava di “aggiustare il passato”, ma di vederlo, accoglierlo e onorarlo. Il lavoro non è sempre terapeutico in senso clinico, ma ha una forte valenza trasformativa.

costellazioni familiari metodo Hellinger

Il problema delle derive pseudo-spiritualiste Negli anni, però, il metodo di Hellinger è stato oggetto di forti semplificazioni, contaminazioni esoteriche e derive pseudo-terapeutiche. Sempre più spesso le costellazioni vengono proposte in ambienti new age come pratiche “karmiche”, esperienze medianiche, pulizie energetiche o riti spirituali — senza alcun contenimento, supervisione o rispetto del setting terapeutico. A questo si aggiunge l’uso del termine da parte di coach relazionali olistici che offrono costellazioni come soluzione magica ai problemi di coppia o come forma di “risveglio”; personale, senza una reale formazione sistemica o psicologica. In questi contesti, le costellazioni si allontanano dal loro impianto originario, perdendo efficacia e rischiando di fare danni, soprattutto in chi è in uno stato di vulnerabilità psicologica. La mancanza di un codice etico condiviso e l’assenza di formazione strutturata rendono difficile, per chi si avvicina, distinguere il lavoro serio dalle sue versioni più improvvisate o manipolative.

Come orientarsi In Italia, esistono professionisti e scuole serie che portano avanti il lavoro di Hellinger in modo rigoroso, spesso integrandolo con la psicoterapia sistemico-relazionale, la psicotraumatologia o il lavoro corporeo. Tuttavia, il campo resta in parte non regolamentato e facilmente fraintendibile. Affidarsi a chi ha una formazione certificata, lavora in modo chiaro e trasparente, e non promette “miracoli karmici”, è un passo fondamentale. Soprattutto è doveroso che un operatore di Costellazioni Familiari sia anche uno psicologo o uno psicoterapeuta, perché gli elementi che emergono durante queste sessioni potrebbero rappresentare dei trigger di innesco e slatentizzazione di psicosi o stati emotivi alterati, che vanno adeguatamente riconosciuti e trattati da professionisti con competenze specifiche in questo ambito.

In sintesi Le Costellazioni Familiari sono un potente strumento simbolico e sistemico, capace di portare alla luce dinamiche transgenerazionali e ferite profonde. Nella visione di Hellinger, sono un gesto di riconciliazione tra l’individuo e il suo sistema d’origine. Ma come ogni metodo profondo, richiede rispetto, formazione e senso del limite. Quando invece diventa una moda o uno spettacolo spirituale, perde la sua funzione terapeutica, trasformandosi in fuffa.

Bibliografia

  • Hellinger, B. (2001). Riconoscere ciò che è. Le costellazioni familiari. Edizioni Crisalide.
  • Weber, G. (2000). Costellazioni familiari: il metodo Bert Hellinger. Feltrinelli.
  • Kellermann, N. P. F. (2001). Transmission of Holocaust trauma: An integrative view. Psychiatry, 64(3), 256–267.
  • Kaës, R. (2009). Les transmissions intergénérationnelles. Sous le silence, la violence. Dunod.
  • Van der Kolk, B. (2014). The Body Keeps the Score. Penguin Books.

Dott.ssa Silvia Michelini