Dott.ssa Silvia Michelini     psicologiacoppia@gmail.com
Metodo Lei & Lui

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In questo articolo tratteremo un argomento delicato e controverso e cioè il corrispettivo maschile della cosidetta “invidia del pene maschile”: l’invidia della vagina e del seno femminile, che ci conduce a toccare temi quale l’equilibrio dello yin e lo yang nell’uomo e nella donna in una fase delicata come la nascita di un figlio. http://it.wikipedia.org/wiki/Yin_e_yang Si tratta di un argomento un pò complesso ed apparentemente contorto, ma chiunque di voi, immedesimandosi nel ricordo delle prime fasi della nascita di un figlio, può rammentare queste sensazioni più o meno consapevoli. padre-e-figlio-586x390 Questo tipo di dinamica si riconosce e s’ instaura nella coppia alla nascita del loro primo figlio e soprattutto se la coppia è una coppia “paritaria” dove cioè entrambi i partner partecipano attivamente a gravidanza e parto. La gravidanza e il parto, al contrario di ciò che potrebbe apparire in superficie, rappresentano per la donna la più alta forma di emancipazione del femminile, perchè è in questa fase che la donna vive la vera unione tra lo yin femminile e lo yang maschile; è chiamata da un lato ad essere più recettiva (respirare/accogliere/apririsi/lasciare che accada) e dall’altro a dare una grande prova di forza (controllarsi, spingere..). Con il parto, la donna, da prova della sua forza, della sua capacità di gestirsi, di accudire, decidere etc e in tal senso di assumere il controllo, da sempre identificato come una caratteristica maschile e quindi “fallica”. parto Considerare una donna “emancipata” è già etichettarla e confrontarla con un maschile che consideriamo quindi più elevato, per cui iniziamo a parlare di una donna LIBERA e che cioè può esprimersi in ogni suo aspetto e potenzialità senza essere ostacolata da dettami sociali e schemi di repressione. Il parto, inteso nella sua forma NATURALE privo quindi di interferenze mediche violente è una forma di espressione del femminile. Se il parto e l’allattamento del piccolo neonato avvengono in modo naturale, tra la madre e il bambino si stabilisce un rapporto fusionale, che non è altro che la continuazione dello stato fusionale, che madre e figlio hanno stabilito in nove mesi di gravidanza Le ostetriche la chiamano ESOGESTAZIONE e cioè quel periodo extrauterino che serve alla madre e al bambino per sancire la vera separazione, che non ha luogo solo con il parto vero e proprio. pere-1-121447_L Sia madre che figlio hanno bisogno di tempo, per abituarsi al fatto che non sono più una cosa sola. Un uomo amorevole che si inserisca in questo quadro come un partner supportivo, è dapprima eccitato, ma spesso dopo la nascita del figlio si sente escluso dalla diade madre figlio e deve trovare un ruolo, un nuovo posto nella famiglia. La sua è una ricerca più attiva, perchè già in gravidanza è stato spettatore, seppur collaborativo, di un processo di germoglio del suo seme, ma come un contadino attento e paziente, può solo attendere di vedere il frutto della sua attenzione e della sua pazienza. E’ in questa fase che l’uomo può provare gelosia, che è la versione più sana dell’invidia. La gelosia è la sensazione e il dispiacere di aver perso un ruolo elettivo e di doverne trovare uno nuovo, da uomo/bambino coccolato dalla partner a uomo/padre, che deve prendersi cura della donna madre/bambina e del figlio/a. L’invidia è invece la tendenza aggressiva più o meno conscia di voler rompere la diade madre/bambino, nell’inconscio tentativo di recuperare il suo Ego perduto. L’uomo tende a sentirsi escluso nel rapporto madre-figlio, si sente spesso poco competente ed impotente di fronte al pianto del bambino che sparisce non appena interviene la madre e se la sua spinta alla paternità è forte, può entrare in competizione con la compagna. La madre sa, la madre ha istinto, la madre a volte assume un’importanza eccessiva e l’uomo può soffrirne. Anche la donna affronta questa fase, ma per lei è più facile, in condizioni di equilibrio affettivo e psicologico, perchè attraverso il parto, la perdita dell’Ego è sancita dal dolore come espressione della nascita di un figlio, ma anche di una nuova donna. Questi nove mesi di attesa, per l’uomo, sono mesi di attesa “passiva”, la sua azione è proprio la non azione. neonati_10 In tal senso si può dire che con la gravidanza e il parto si ha una momentanea inversione di ruolo tra le tipiche caratteristiche yin e yang dell’uomo e della donna, ma anche il loro incontro, perchè entrambi sono chiamati ad unificarle: la donna deve accogliere il suo yin e sviluppare il suo yang, l’uomo deve accogliere il suo yang e sviluppare il suo yin. Può accadere che l’uomo in questa fase faccia difficoltà a sviluppare e/o esprimere il suo yin inteso come anima o parte femminile presente in tutti gli uomini e questo non è da attribuirsi ad una sua scarsa volontà, ma ad un problema culturale. Nella nostra cultura non si educano i figli alla parità affettiva e sessuale. In tal senso s’insegna ben presto ai nostri figli ad esprimere solo la parte in luce della nostra persona e cioè quella tipica del nostro genere sessuale: lo yin femminile e lo yang maschile. Ogni aspetto yin nel maschile e yang nel femminile sono criticati, in vista di un’educazione agli stereotipi sociali e sessuali: un uomo può e non può questo, una donna può e non può quest’altro.. Lungi da me sostenere che sia inutile dare un’educazione al proprio ruolo soprattutto sessuale e affettivo, ma in vista della nascita di nuovi figli un domani, è bene insegnare alle figlie femmine valori come la libertà, l’autonomia e la forza e agli uomini valori come l’accoglienza, l’empatia e la dolcezza, in modo che all’occorrenza sappiano sempre come unirsi. Il rischio è altrimenti la scissione. fine-di-un-amore Laddove c’è una scissione c’è una ferita, c’è un dolore e c’è un mancato incontro. L’incontro tra il seme e l’ovulo è l’origine della vita, è la rappresentazione perfetta dell’equilibrio tra lo yin e lo yang, l’interruzione di questa perfezione, avviene proprio con l’invidia, il tentativo di scissione, a causa della paura dell’inserimento nella diade coppia, del terzo elemento: il figlio. 125822_875693916_109981_429237007_91474_300330757_matematizzabile_h210035_H163545_L Il figlio in quanto terzo elemento, rappresenta per la coppia, il senso dell’unione stessa, poichè se il due è il simbolo della materia, il tre è il numero della divinità e di tutto ciò che ha un senso. Non è facile per la coppia ritrovare un equilibrio dopo essersi scissa e la più grande problematica che incontra è il timore di perdere la sua identità sia di coppia che individuale: la paura della perdita dell’Ego, così faticosamente costruito dall’adolescenza all’età adulta. Fa male rendersi conto nel momento in cui si assiste alla perfezione della natura, che l’Ego è solo un’illusione, una maschera che ci allontana e ci divide dall’unica strada possibile, quella dell’amore. melaamore